venerdì 30 luglio 2010

Vaclav Kadlec


Nome: Vaclav Kadlec
Data di nascita: 20 maggio 1992, Praga
Nazionalità: Repubblica Ceca
Altezza: 1,81 cm
Piede preferito: Destro
Squadra: Sparta Praga (Prima divisione ceca)
Ruolo: Attaccante
Valore: 6.000.000 €



Quando nel 2008 la più titolata e più sostenuta formazione della Repubblica Ceca, lo Sparta di Praga, staccò un assegno da ben 400.000 euro per aggiudicarsi le prestazioni del giovane Vaclav Kadlec dalle giovanili del Bohemians 1905, i tifosi dello storico club ceco si incuriosirono di fronte a questa operazione onerosa. Gli addetti ai lavori conoscevano già questo giovane attaccante e sapevano quali potenzialità possedesse e infatti dopo pochi mesi non si poteva che sentire il nome di questo potenziale fenomeno che da subito ha fatto capire che i soldi investiti su di lui non erano assolutamente troppi.
Vaclav Kadlec è un attaccante di buona statura (1,80 cm che devono ancora essere irrobustiti muscolarmente), dall'eccezionale tecnica di base e dall'ottima visione di gioco e della porta.
Dopo pochi mesi dal suo acquisto Kadlec ha convinto tutti ed il 25 ottobre 2010 ha fatto il suo debutto nella Prima divisione ceca contro Fk Pribram. Ad oggi Kadlec ha collezionato un totale di 43 presenze e 9 goal fornendo un importantissimo contributo allo Sparta Praga, sfiorando il titolo 2008/2009 (andato ai rivali storici dello Slavia) e vincendo l'ultima stagione 2009/2010.
Inutile dire che le più ricche e blasonate compagini d'Europa sono molto interessate al ragazzo e sembra che la più vicina al suo acquisto (difficile che comunque non faccia un'altra stagione a Praga) sia il Chelsea di Abramovič. Importante anche segnalare che all'età di 15 anni il talento ceco aveva svolto un ottimo provino nell' Accademy del Liverpool nella quale pare gli abbiano detto: “un giorno sarai di nuovo qui”.
Il campioncino nativo della “città d'oro” (soprannome ceco di Praga) ha scalato anche tutte le giovanili della selezione ceca ed è già un perno dell'Under 19 (4 presenze e 2 goal) con ottime prospettive di giungere presto nell'Under 21 e nella Maggiore.
La Nike lo ha già messo sotto contratto e i giornali cechi sostengono sia il più grande talento ceco degli ultimi anni dopo Rosicky dell'Arsenal.
Solo il tempo dirà dove può arrivare Vaclav Kadlec e in molti giurano nell'imminente esplosione del ragazzo che scatenerà una vera asta attorno al suo nome.




Pubblicato il 30/07/2010

mercoledì 28 luglio 2010

13 tacchetti tra te e la palla...

Come Cenerentola si riconosce, anche, dalla celeberrima scarpetta, non c’è calciatore senza scarpini, l’elemento distintivo, personale e a volte unico di ogni giocatore.
Da sempre nel professionismo gli scarpini sono l’equipaggiamento più importante, la parte perennemente a stretto contatto con il pallone deve dare la sensibilità giusta per il controllo, una forma confortevole per calciare bene e dare la giusta presa sul campo negli scatti e nella corsa.
Curiosamente i primi scarpini, non ufficiali, furono costruiti in Inghilterra nel 1526 sotto commissione del Re Enrico VIII, il quale chiese al cordaio di corte, tale Cornelius Johnson, di costruire un paio di scarpe per giocare a pallone. Non si hanno immagini di queste calzature, ma possiamo apprendere dai documenti reali che erano molto simili a degli stivaletti.
Circa trecento anni dopo, sempre in Inghilterra, il calcio sta assumendo la sua identità moderna, all’inizio si trattava di un semplice passatempo tra amici di paese o di quartiere, ma qui compaiono le prime scarpe usate per muoversi più facilmente nel prato, si tratta di scarpe pesanti, 1 kg circa, alte fino alle caviglie per proteggerle e dotate di rudimentali tacchetti di ferro.
Con l’avvento del professionismo sportivo anche la produzione di scarpe diventa professionale, compaiono le prime marche (attive tuttora): Gola (1905), Valsport (1920), Hummel (1923). In Germania, i fratelli Dassler reinventano tutto introducendo i primi tacchetti intercambiabili (1925), la prima scarpa da calcio in grado di adattarsi a tutti i tipi di terreno.

Con l’esplosione mondiale del calcio, soprattutto nei paesi latini a partire dal secondo dopoguerra, il calcio diventa meno fisico e più tecnico, di conseguenza gli scarpini si devono adattare a questo cambiamento.
Nel 1948 nascono l’Adidas, fondata da Adolf Dassler, e la Puma di Rudolf Dassler, fratello di Adolf e acerrimo rivale; queste due marche introducono i primi tacchetti di gomma e l’uso di materiali sintetici insieme al cuoio per alleggerire le calzature.
Negli anni ’60 Adidas è il leader mondiale incontrastato nel mercato della scarpa da calcio, al mondiale inglese del 1966 il 75% dei giocatori arrivati alla finale indossava scarpini Adidas, negli stessi anni comunque Pelè calzava Puma. In quegli anni nascono altre marche come: Mitre (1960), Asics (1964) e Joma (1965).
Gli anni ’70 sono anni di grande fermento e cambiamenti nel mondo del calcio e della scarpa da calcio, compaiono i primi contratti milionari di sponsorizzazione, soprattutto per i brasiliani, e si cominciano a vendere i primi scarpini colorati, nel 1977 nasce la nostrana Diadora specializzata in questo settore. Nel 1979 Adidas mette in commercio lo scarpino più famoso di sempre: l’Adidas Copa Mundial, destinato a diventare il modello a cui ispirarsi per gli anni a venire, scarpa leggera e versatile costruita in pelle di canguro.
In seguito nascono l’inglese Umbro nel 1985, l’italiana Lotto e la spagnola Kelme nel 1982.
Sempre l’Adidas mette in commercio nel 1994 il rivoluzionario scarpino Predator che presenta notevoli soluzioni innovative: estrusioni per aumentare il controllo della palla, sistema di allacciamento nascosto per rendere il tiro preciso e potente, tacchetti “a banda” per aumentare l’attrito della scarpa sul terreno e suola flessibile per rendere naturale la corsa.
Nel ’96 la Puma progetta la tecnologia “a celle” cioè una suola particolarmente elastica capace di assorbire gli urti e dare maggior spinta nel salto. Negli anni ’90 scendo in campo altri big mondiali: Mizuno, Reebok, Uhlsport e Nike (rivoluzionarie le Nike Mercurial Vapor del ’98 pesanti appena 200 grammi).
Negli ultimi anni i forti investimenti per la ricerca e lo sviluppo e i contratti di sponsorizzazione hanno rafforzato il dominio dei “Big Three” ossia Adidas, Puma e Nike, comunque le piccole case hanno saputo reagire introducendo soluzioni tecniche all’avanguardia, è il caso della Lotto con i suoi Zero Gravity (scarpini senza allacciatura), Kelme con la sua tecnologia Shark (scarpe in pelle di squalo che migliorano il controllo di palla) e la Nomis con la tecnologia a “controllo di scivolosità” che permette un buon controllo di palla anche sotto la pioggia. Gli scarpini più amati e venduti degli ultimi anni sono: gli Adidas F50, Tunit e Predator; le Nike Mercurial Vapor III, Air Zoom Total 90 e le Tiempo; i Reebok pro Rage e gli Umbro X Boots.
La tendenza degli ultimi anni è stata costruire scarpini sempre più leggeri e flessibili capaci di aumentare il controllo di palla, favorendo lo spettacolo, ma per qualcuno, ledendo la sicurezza dei calciatori, questa sarà la barriera da superare nel futuro, realizzare scarpini flessibili ma in grado di assorbire gli urti dando maggior protezione all’arto del giocatore, e sicuramente l’utilizzo di un integrazione sensoristica elettronica con la scarpa da calcio e l’utilizzo di materiali a memoria di forma.


Un paio di "stivali" da calcio del primo '900



Scarpe in puro cuoio anni '50



Le storiche Adidas Copa Mundial, le scarpe più famose di sempre.



Adidas continua a fare scuola con le Predator del 1994



Nike Tiempo, le vestiva Ronaldo a Francia '98, ogni bambino le ha desiderate.



Definirle futuristiche è un eufemismo, le Nike Mercurial Vapor Superfly 2, in Sudafrica praticamente non si vedeva altro.

lunedì 26 luglio 2010

Thiago Alcàntara


Nome: Thiago do Nascimiento Alcàntara
Data di nascita: 11 aprile 1991, Bari
Nazionalità: Spagna – Brasile
Altezza: 174cm
Piede preferito: Ambidestro
Squadra: Fc Barcelona – Liga BBVA
Ruolo: Centrocampista centrale
Valore: n/d

Brasiliano d’origine, italiano di nascita, spagnolo d’adozione. Fin da piccolo Thiago Alcantara do Nascimiento è abituato a viaggiare, il padre Mazinho, campione del Mondo a Usa ’94, all’epoca della nascità del figlio giocava nel Lecce, in seguito hanno girato altre squadre italiane, tra cui la Fiorentina, e spagnole prima di tornare definitivamente in Brasile. Qui il piccolo Thiago ha finalmente trovato la stabilità per poter cominciare a giocare con una squadra, il padre fino ad allora suo unico allenatore scelse i pulcini del Flamengo come prima squadra del figlio e di suo fratello Rafael. Lo sbarco in Europa non si fa attendere, sempre Mazinho sceglie per lui una piccola squadra in Galizia, tale Ureca, nulla di particolare non fosse che la società ha ottimi rapporti con il Barcelona, difatti il trasferimento di Thiago si concretizza nel 2004 dopo altri 3 anni al Flamengo.
Al Barcelona si dimostrano subito grandi estimatori del ragazzo, nel 2007 inizia a giocare nel Barcelona B all’epoca agli ordini di un certo Pep Guardiola e raccoglie 48 presenze e 3 gol. Nella stagione 2008/09 debutta in prima squadra, unica presenze per il resto dell’anno. Il 2009/10 sembrava la diretta continuazione dell’anno precedente, con Thiago che incanta ma non convince, il 20 febbraio 2010 ritorna a giocare nel Barcelona A quando sostituisce Yaya Tourè nel quarto d’ora finale, pochi giorni dopo realizza la sua prima rete nel 4-0 al Racing Santander, a fine stagione però le presenze restano solo 2 condite da quell’unico gol.

Centrocampista offensivo carioca, tutto fantasia e brio, dotato di una tecnica sopraffina, pecca dal punto di vista fisico, non ancora formato, ambidestro, nonostante il suo piede preferito sia il destro riesce a giocare benissimo anche con il mancino. Eccellente controllo di palla ed ottimo nei calci piazzati, è il tipico playmaker di centrocampo, colui che imposta il gioco, di certo qualcosa avrà preso dal padre campione del mondo ma la tecnica del ragazzo è superlativa, i suoi detrattori gli criticano di essere troppo “pausado” ovvero troppo lento, il tipico giocatore che si perde in giocate fini a loro stesse per intenderci, tutto questo sembra eccessivo, da un lato deve ancora sbocciare definitivamente sul campo, inoltre più che pausado lo si potrebbe meglio definire riflessivo, sempre alla ricerca del passaggio “giusto”, quello che ti risolve la partita.
Quest’anno Guardiola è pronto a dare maggior spazio al ragazzo, seguendo la tipica politica blaugrana, dove i giovani migliori restano in squadra, niente prestito. Il destino di Thiago sembra lo stesso.

In futuro ha dichiarato il suo sogno di vestire la maglia verdeoro brasiliana, anche se ora sta giocando nella trafila delle giovanili iberiche, può vantare infatti una presenza nella selezione under 16, 8 presenze e 5 gol nell’under 17, 1 presenza 1 gol nell’under 18 e 9 presenze e 4 gol nell’under 19 oltre alla convocazione per l’Europeo under 19 tuttora in corso (25 luglio 2010 n.d.r.).





venerdì 23 luglio 2010

Matej Delac


Nome: Matej Delac
Data di nascita: 20 agosto 1992, Gornji Vakuf-Uskoplje
Nazionalità: Croazia
Altezza: 1,90 cm
Piede preferito: Destro
Squadra: Inter Zaprešić (Chelsea – Premier League dal 2010)
Ruolo: Portiere
Valore: 4.000.000 €



Matej Delac fa parte di quella ristrettissima categoria di giovani portieri predestinati ad assumere un ruolo di primo piano non solo nella propria nazionale ma anche nel proprio club fin da subito.
Questo “portierino” a 14 anni non solo stava scalando le giovanili del proprio club, l' Inter Zaprešić, ma è stato anche convocato con l' Under 15 croata che dopo poche apparizioni gli ha permesso l'attenzione di tutti i maggiori club europei. L'estate 2008 è stato uno dei primi punti di svolta della carriera di Delac che era ad un passo da vestire i colori del Benfica ma il club crato non ha raggiunto l'accordo con i portoghesi ed il ragazzo non ha quindi raggiunto Lisbona.
Intanto Delac dimostrava un progresso notevole esibendo grandissime doti fra i pali, dinamicità, esplosività e una fortissima personalità, caratteristica fondamentale per un portiere.
Il 22 febbraio 2009 è la svolta per il ragazzino di origine bosniaca che debutta contro l'Nk Zagreb diventando il più giovane debuttante del campionato croato (16 anni e 186 giorni). L'impatto con la serie A croata è veramente incredibile. Matej all'esordio contro l'Nk Zagreb para un rigore di Davor Vugrinec (vecchia conoscenza del nostro calcio con Lecce, Atalanta e Catania) all'ultimo minuto permettendo la vittoria della propria squadra per 1 a 0 e la partita dopo si ripeterà parando un'altro rigore a Nikola Kalinic dell'Hajduk Split. Inutile dire che questi due episodi furono abbinati ad eccellenti prestazioni durante i match e questo gli valse la maglia da titolare fino al termine della stagione 2008/2009 (15 presenze).
Lo stesso varrà per la stagione 2009/2010, titolare con 23 presenze circa.
Matej Delac ha sviluppato ad oggi ottimi riflessi, gran senso della posizione ed una straordinaria capacità nell'uno contro uno. Difetta ancora sui palloni raso terra, ma ci sta sapientemente lavorando, e grazie alla statura eccelle nelle uscite alte. Queste caratteristiche gli hanno permesso la trafila anche nelle selezioni croate dall'Under 17 all'Under 19. Quest'ultima lo identifica come uno dei leader che stanno guidando la squadra all' europeo di categoria in corso in Francia nel quale Delac si sta distinguendo come il miglior portiere. Il Ct della Croazia Bilic lo ha già convocato con la nazionale maggiore.
Dopo una partita della Croazia a Wembley contro l'Inghilterra Matej Delac era ufficialmente rimasto a Londra per un controllo medico ma successivamente si è venuto a sapere che dietro alla vicenda c'era “un certo” Frank Arnesen (direttore sportivo del Chelsea) che ha fatto firmare un pre-contratto al ragazzino. Il 17 settembre 2009 l' Inter Zaprešić ha ufficializzato il passaggio di Delac al Chelsea con un accordo di 5 anni che sarebbe entrato in vigore dalla sessione di mercato estiva 2010. Delac ha continuato a giocare con la squadra che lo ha lanciato pagato dal Chelsea per tutta la stagione 1009/2010 in attesa di volare da Drogba e compagni per iniziare la preparazione qualche settimana fa con i Blues.
Il talento croato viene descritto come umile, ambizioso e molto professionale, la sensazione è che il Chelsea abbia trovato il vero erede di Peter Cech.

Matej Delac (nell'intervista post partita dopo il secondo rigore parato a Kalinic): “Ho guardato e riguardato molti filmati dei rigori di Kalinic ed ho speso molto tempo nello studiare la sua tecnica di tiro”.








Pubblicato il 23/07/2010

mercoledì 21 luglio 2010

RagazzE di talento

Oggi rubrica dedicata ai maschietti. Vogliamo fare un regalo ai nostri lettori e tra le nostre rubriche non poteva mancare una sezione dedicata alle moglie e alle fidanzate dei calciatori. Quando si dice: "Vorrei fare il calciatore..." non lo si afferma solo per passione per il calcio, i soldi, una vita di privilegi e di fama internazionale ma anche per le splendide compagne che circondano questi sportivi che sembrano provare allergia per le brutte donne. Evidentemente sono tutti buoni, bravi e tanto tanto intelligenti...
Abbineremo alle foto una breve descrizione della nostra Wag...


Caroline Celico (moglie di Kakà)
Le piace il nuoto pinnato e colleziona rosari del Cristo Redentore fabbricati dalla moglie dell'ex calciatore Vampeta.


Sylvie Meis (moglie di Van der Vaart)
Ama fare origami con le pagine dei giornali sportivi che parlano del marito (ha smesso da un paio d'anni per mancanza di materiale), adora il film "Un amore perfetto" con Cesare Cremonini e Martina Stella.


Sara Carbonero (fidanzata di Iker Casillas)
Ha scritto un libro biografia sulla vita e la carriera del terzino mancino Cristian Molinaro fin dai tempi della Salernitana, poi l'hanno messa a fare interviste. Odia baciarsi in pubblico.


Yolanthe Cabau Van Kasbergen (moglie di Sneijder)
Da piccola aveva un polpo di nome Paolo che le aveva predetto una fantastica carriera Hollywoodiana e un marito nell'NBA...



Irina Shaykhlislamova (MOMENTANEA fidanzata di Cristiano Ronaldo)
E' appassionata di letteratura minimalista polacca, da bambina aveva detto al padre:"sento una vocazione verso il Signore...". Anni dopo la ritroviamo in "qualche manifesto" di lingerie e quel signore si chiama Cristiano. Se questo Buon Cristiano la cambia con un'altra deve andare dritto all'Inferno...



Ilary Blasi (Francesco Totti)
E' una ragazza coerente. Laziale fino al midollo ha avuto una lunghissima ed intensa relazione con un politico americano di successo nato nelle Hawaii che poi ha lasciato perchè "non era intellettualmente intrigante"... Ora tira la cinghia con qualche comparsata in tv...



Elena Santarelli (fidanzata di Bernardo Corradi)
Cresciuta attraverso la filmografia di Vacanze di Natale si dice abbia deciso di fare l'attrice dopo aver visto la straordinaria interpretazione di Anna Falchi nel ruolo di Poppea nel film S.P.Q.R.



Alex Curran (moglie di Steven Gerrard)
Ha conosciuto il marito durante una rissa nel Merseyside e lo ha conquistato cantandogli "You'll never walk alone" ad una gara di rutti. Adora andare all'imbrunire nei boschi a meditare.



Alena Seredova (fidanzata di Gianluigi Buffon)
Ha incontrato il fidanzato durante una "pausa cicca" ad una partita di calcetto scapoli vs ammogliati a Forte dei Marmi. Mangia cibo gotico ed ha una grande passione per gli uomini simpatici. Buffon l'ha fatta innamorare regalandole un paio di pantaloncini della Juve con scritto dietro "Sederova". L'idea però era venuta a Lapo...



Helen Svedin (moglie di Luis Figo)
Prima del 2001 non se la filava nessuno poi quando si è sposata ha preso il cognome del marito e la sua vita è cambiata...

lunedì 19 luglio 2010

David Alaba


Nome: David Alaba
Data di nascita: 24 giugno 1992, Vienna
Nazionalità: Austria
Altezza: 1,78 cm
Piede preferito: Sinistro
Squadra: Bayern Monaco
Ruolo: Centrocampista, Ala sinistra
Valore: 2.000.000 €



David Alaba è un giovane calciatore di origini nigeriane (il padre), e filippine (la madre) ma è naturalizzato austriaco e rappresenta uno dei più interessanti prospetti della selezione austriaca oltre che della formazione bavarese del Bayern Monaco.
Alaba ha cominciato la sua formazione calcistica prima nell'Sv Aspern e successivamente è stato aggregato alle giovanili della più blasonata Austria Vienna con la quale è riuscito a strappare a soli 16 anni la convocazione con la squadra riserve collezionando ben 5 presenze. Viene notato così dal Bayern Monaco che dopo una trattativa importante lo acquista nell'estate 2008 e lo aggrega alla propria formazione giovanili che in Italia corrisponderebbe ai nostri allievi nazionali.
Il cammino del giovane Alaba è solo all'inizio ma sembra che il ragazzino bruci le tappe. Dopo pochi mesi il talento austriaco ha conquistato lo staff tecnico bavarese ed è stato aggregato alla formazione riserve (dove ultimava la formazione un giovane di nome Thomas Müller), collezionando 17 presenze ed un goal.
David Alaba è un centrocampista che può fungere anche da ala sinistra mentre l'attuale tecnico del Bayern Luis Van Gaal è fermamente convinto che abbia tutto per poter essere un ottimo terzino sinistro. Le caratteristiche principali del giocatore sono: dinamismo, rapidità ed un'ottima tecnica di base.
Non tutti i giovani talenti possono vantare un precoce debutto in Champions League nei minuti finali di Bayern – Fiorentina e 2 presenze con il Bayern che sarebbe diventata campione della Bundesliga e vincitrice della coppa di Germania, nonché finalista di Champions.
Alaba fin da piccolo è stato conteso da tre nazionali (Filippine, Nigeria e Austria) ma alla fine ha optato per la compagine austriaca con la quale ha totalizzato 20 presenze nellUnder 17 (5 goal) e 4 con l'Under 21. Nell'ottobre 2009 diventa il più giovane debuttante con la prima selezione dell'Austria ed ha collezionato ad ora 3 presenze.
Il Bayern è convinto di aver in cantiere un possibile campione e lo sta gestendo con estrema cura mentre l'Austria lo indica come uno dei principali elementi di una nazione che sta sviluppando giocatori importanti nei quali risiedono le speranze di una nazionale giovane e molto talentuosa come quella austriaca.

Karl – Heinze Rumenigge (direttore della comunicazione del Bayern Monaco) (dopo il match contro la Fiorentina in Champions): “Alaba ha giocato molto bene. Al suo ingresso spesso le azioni partivano da lui”.
Luis Van Gaal (tecnico del Bayern Monaco): “Alaba ha tutto per essere un terzino sinistro. Solo lui non ci pensa”.









Pubblicato il 19/07/2010

sabato 17 luglio 2010

Mauro Icardi


Nome: Mauro Icardi
Data di nascita: 16 febbraio 1993, Rosario
Nazionalità: Argentina
Altezza: 180 cm
Piede preferito: Destro
Squadra: Barcelona Juvenil – Liga spagnola
Ruolo: Attaccante
Valore: n/d



Al Barcelona si sa gli argentini portano bene, soprattutto se vengono da Rosario e giocano in attacco, proprio come questo giovanissimo attaccante, Mauro Icardi, punta di diamante della squadra giovanile blaugrana.
Nasce a Rosario dove ancora piccolissimo inizia a giocare nella squadra del “barrio” (ossia il quartiere di appartenenza) l’el Sarratea, ma a nove anni vista la grave crisi economica che ha colpito l’Argentina emigra con tutta la famiglia in Spagna, precisamente alle isole Canarie. Qui riprende a giocare con la squadra locale, il Vecindario, e proprio allora il suo nome diventa uno tra i più presenti sui taccuini degli osservatori spagnoli e non. Durante i primi cinque anni in Spagna segna la bellezza di 400 gol nelle selezioni giovanili, scatenando un’asta furibonda tra i Club interessati a lui. In pole position, stranamente, si trovavano Barcelona e Real Madrid: i primi ad avvicinare il giocatore furono i catalani, Josep Boada, il responsabile tecnico delle giovanili, si fece avanti nell’estate 2008 proponendo un provino alla Masia e un contratto al ragazzo, il padre rifiutò dicendo che Mauro sarebbe rimasto fino all’estate seguente alle Canarie per finire la scuola e in seguito avrebbero preso una decisione. Più tardi si mosse anche il Real attraverso Sixto Alfonso, responsabile degli osservatori madrileni, che dichiarò: “Ci troviamo di fronte a un giocatore che può fare la storia del calcio se continua così!". Nonostante l'inserimento anche di Espanyol, Siviglia, Valencia e Deportivo, alla fine, grazie all’aiuto dell’agente FIFA Abian Morano, nell’estate 2009 Mauro è passato al Barcelona.

Attaccante molto forte fisicamente, capace grazie ai suoi 180 centimetri di farsi valere in area di rigore, ma dotato di grande velocità, indispensabile nel calcio moderno, e agilità che unite al suo eccezionale fiuto del gol gli permettono di mantenere delle statistiche incredibili. Il suo talento è forse ancora grezzo ma alla Masia stanno concentrando particolari attenzioni su questo ragazzo, a detta di tutti il futuro bomber dei catalani.
Molte società anche italiane, come Inter e Juventus, hanno dimostrato particolare interesse per l’argentino, ma difficilmente (mai dire impossibile, vedi Fabregas) si muoverà dalla Catalogna, anche grazie alla presenza del padre, il quale è molto attento al comportamento e allo stile di vita del ragazzo. Proprio il padre un anno fa circa ha dichiarato: “…sa che deve crescere, da lui dipende il suo sogno di trionfare”.
Per farvi capire quanto sia considerato il giovane Icardi in Spagna basta dire che al di fuori dell’ambiente calcistico lo considerano il testimonial pubblicitario del futuro, al pari di CR9, Beckham o Messi, infatti è sponsorizzato da Adidas che lo ha voluto per la campagna delle scarpe F50.



Piccola curiosità: è dotato di passaporto italiano, quindi oltre a essere comunitario è virtualmente convocabile nella nazionale azzurra, e i vari responsabili delle nostre nazionali giovanili ci hanno provato, ma Mauro ha messo in chiaro fin da subito che il suo sogno è giocare in “albiceleste” e finalmente grazie alle ottime prestazioni col Barca sono arrivate anche le prime convocazioni nella nazionale Under 17 argentina.


Qui un video di quando giocava al Vecindario



Compilation di goal nel Barcellona.


-- Ecco il sito personale di Icardi
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mercoledì 14 luglio 2010

I 5 goal più belli di Sudafrica 2010

La Coppa del Mondo è nelle mani della Spagna ed ora terminata la manifestazione di Sudafrica 2010 possiamo stilare la nostra personale classifica dei 5 goal più belli del Mondiale. Anche se non ci sono stati tantissimi goal non possiamo dire che non ci siano state reti meravigliose. Non è stato facile eliminare dalla classifica alcune prodezze ma si sa che quando si selezionano le marcature il giudizio non può mai essere unanime.
Ecco a voi:

5) Luis Suarez (Uruguay Corea del Sud 2-1)



4) Maicon (Brasile Corea del Nord 2-1)



3) Carlos Tevez (Argentina Messico 3-1)



2) Giovanni Van Bronckhorst (Uruguay Olanda 2-3)



1) David Villa (Spagna Honduras 2-0)



Dite pure la vostra...
Un saluto da Max e Fez

lunedì 12 luglio 2010

Alen Stevanovic


Nome: Alen Stevanovic
Data di nascita: 7 gennaio 1991, Zurigo
Nazionalità: Serbia
Altezza: 1, 80 cm
Piede preferito: Destro
Squadra: Fc Internazionale – serie A italiana
Ruolo: Trequartista, centrocampista offensivo
Valore: 3.500.000 €


Alen Stevanovic è uno degli ultimi interessantissimi prodotti del settore giovanile dell'Inter. Nasce in Svizzera da genitori serbi con i quali ritornerà fin da molto piccolo nel paese d'origine. Muove i primi passi nelle giovanili Radnički Jugopetrol ma dopo qualche anno viene prelevato dal Radnički Obrenovac. Fin da bambino il piccolo Alen mostrava ottime doti tecniche ed una grande propensione offensiva oltre che importanti giocate ad effetto e infatti gli addetti ai lavori hanno iniziato ad interessarsi a lui e a proporlo a squadre estere più blasonate ed importanti. Dopo brevi periodi di prova con Torino, Sampdoria e Roma la società che deteneva il cartellino non ha raggiunto un accordo economico soddisfacente con le formazioni suddette benchè 5 -r6v5n5 sostenuti abbiano avuto relazioni assolutamente positive. Evidentemente la squadra serba riteneva associare un valore importante al proprio ragazzo. La grande occasione per Stevanovic è arrivata nel gennaio 2009 con l'invito dell'attuale responsabile del settore giovanile dell'Inter Piero Ausilio (per intenderci colui che ha portato Santon, Balotelli, Khrin, Biabiany, Destro, Alibec, Obi e molti altri), ad un provino con la supervisione dell'ex tecnico Josè Mourinho. Dopo pochi giorni l'Inter gli fa firmare un contratto fino al 2012 ( ora sta per prolungare) e lo aggrega stabilmente alla primavera con allenamenti anche in prima squadra. Josè Mourinho era ed è assolutamente innamorato di questo giovane serbo che ha conquistato da subito l'ambiente per il proprio talento.
Alen Stevanovic è un centrocampista d'attacco con tecnica sopraffina, un eccessiva propensione alla giocata ad effetto (anche Cristiano Ronaldo all'inizio a Manchester lo era) e una spiccata caparbietà . E' un talento da sgrezzare ma possiede tutti i numeri del fuoriclasse e l'Inter crede moltissimo nel aver in casa un vero tesoro. Chi lo ha visto dal vivo giura di aver ammirato una futura stella e molte squadre che in passato non hanno speso una cifra importante per questo giovane sembra si stiano mangiando le mani. Mourinho oltre ad averlo aggregato a gennaio 2010 nel ritiro invernale di Dubai con quelli che sarebbero stati i futuri campioni del Triplete, lo ha fatto debuttare per una trentina di minuti nella fantastica rimonta dell'Inter contro il Siena nel girone d'andata del campionato 2009/10 (4 a 3 per i nerazzurri) dove Alen ha strappato consensi unanimi e fornito un fantastico assist a Pandev davanti al portiere poi vanificato dall'intervento estremo di quest'ultimo.
Ora, luglio 2010, ci sono tantissime squadre italiane ed estere che hanno chiesto informazioni sul talento serbo ma l'Inter lo concede esclusivamente in prestito così che nel giro di uno o al massimo due anni possa tornare alla casa madre con l'esperienza necessaria per poter giocare nei grandi palcoscenici mondiali. Nonostante la giovanissima età ha già collezionato 2 presenze con l'Under 18 serba ed ora è in pianta stabile con la nazionale serba Under 21.
Notizie di poche settimane, potrebbe essere girato in prestito al Bologna che lo vuole per rafforzare la rosa che disputerà il campionato di serie A italiano.







sabato 10 luglio 2010

Sergio Canales



Nome: Sergio Canales Madrazo
Data di nascità: 16 febbraio 1991, Santander
Nazionalità: Spagna
Altezza: 176 cm
Piede preferito: Sinistro
Squadra: Real Madrid – Liga BBVA
Ruolo: Trequartista – centrocampista centrale
Valore: 6.000.000€


Tra le grandi operazioni di mercato condotte dal Real Madrid nell’ultimo anno questa è stata sicuramente la più “silenziosa”, perlomeno nel resto d’Europa, in Spagna invece ha fatto clamore, perché gli spagnoli conoscono i propri gioielli e sanno che i blancos si sono assicurati il più luminoso di loro.
Sergio Canales nasce a Santander diciannove anni fa, attratto subito dal pallone si fa notare prestissimo (10 anni) dagli osservatori della Cantabria che lo consigliano al più grande club delle vicinanze, il Racing Santander. Il ragazzo nelle giovanili stupisce tutti, su di lui si concentrano gli sforzi maggiori di club che ha sempre dato grandi opportunità ai giovani (come la Spagna in generale), e nella stagione 2008/2009 gli sforzi vengono in parte ripagati, Sergio infatti effettua il ritiro precampionato con la prima squadra tanto evidente l’abisso tecnico tra lui e i pari età, esordendo il 18 settembre in coppa Uefa contro l’Honka, a fine stagione, vissuta tra Liga e cantera, le presenze saranno 6. Lo stesso anno guida la rappresentativa under 17 delle furie rosse alla vittoria del campionato europeo in Turchia ricevendo anche il premio come miglior giocatore della competizione.
La stagione 2009/2010 è quella della consacrazione definitiva, viene annesso in pianta stabile in prima squadra e gli viene concesso gradualmente sempre più spazio, a partire dallo scorso dicembre è cominciata una serie impressionante di ottime prestazioni inattese per la giovane età, realizza 4 reti in 3 partite senza essere un attaccante, a fine anno saranno 27 presenze totali e 7 gol per il giovane crack iberico.
La tecnica, la capacità di passaggio e la velocità sono le sue armi migliori, rappresenta il prototipo del centrocampista spagnolo, abilissimo nel gioco di prima e dotato anche di un buon dribbling è capace di giocare da trequartista, centrocampista centrale e regista arretrato, anche se la sua capacità di finalizzazione è valorizzata solo quando gioca a ridosso delle punte. Molto abile anche su calcio piazzato, dotato di un tiro non particolarmente potente ma estremamente preciso e pericoloso. Di lui dicono che debba migliorare nelle situazioni di non possesso palla ove tende a farsi trovare in certi casi fuori posizione, è comunque dotato di creatività, gioca molto per la squadra e ha un ottima capacità di concentrazione.
Purtroppo il calcio italiano, quasi sicuramente, non potrà ammirare questo splendido giocatore, se non da eventuale avversario nelle competizioni europee, come già accennato infatti il Real Madrid ha acquistato il suo cartellino per 5 milioni di euro (di cui il 50% spetta al Deportivo per un precedente affare), assicurandosi i servigi del giocatore almeno fino al 30 giugno 2016.
Sicuramente con Mourinho, uno che di solito ai giovani da molta fiducia, troverà i suoi spazi, ma ovviamente vista la competitività della rosa madrilena dovrà lavorare molto per ritagliarsi la sua parte di fama e gloria, ma i mezzi per sfondare li ha spetta a lui mostrarci il suo talento in camiseta blanca.




lunedì 5 luglio 2010

Mario Gotze


Nome: Mario Götze
Data di nascita: 3 giugno 1992
Nazionalità: Germania
Altezza: 1,71 cm
Piede preferito: Ambidestro
Squadra: Borussia Dortmund – Bundesliga (seria A tedesca)
Ruolo: Centrocampista avanzato
Valore: 1.000.000 €



La splendida prestazione della Germania ai mondiali sudafricani del 2010 non può che farci tornare a parlare dei settori giovanili tedeschi che annoverano una nidiata di campioncini niente male. Tra questi abbiamo scelto un giovane teutonico che ha scalato le selezioni giovanili tedesche ed ora è stato promosso in prima squadra nel Borussia Dortmund.
Mario Götze rappresenta il futuro del centrocampo del Borussia e della Germania e gli addetti ai lavori scommettono su di lui come uno dei capostipiti della nuova generazione tedesca.

Götze è un centrocampista avanzato dall'ottima tecnica di base, dotato di un buon dribbling ed una facilità di calcio eccezionale (è ambidestro). Ha militato fino ai 6 anni nelle giovanili dell' Sc Ronsberg (nel sud della Germania), ma poi si è trasferito a Dortmund a causa del lavoro del padre. Dopo aver mosso i primi passi nell'Fc Eintracht Hombruch è stato notato dagli espertissimi talent-scout del Borussia (uno dei migliori settori giovanili della Germania), e a 9 anni è entrato a far parte della BvB Academy con la quale vanta uno score di reti altissimo a dispetto di un ruolo non propriamente finalizzato al goal.
Il piccolo trequartista si è fatto notare anche nelle selezioni giovanili nazionali: 2 presenze con la nazionale Under 15, 8 presenze (3 goal) con l'Under 16 e 9 presenze (2 goal) con la Germania Under 17. Quest'ultima è il vero capolavoro della Federazione tedesca perchè si è laureata campione all'Europeo di categoria ed ha messo in vetrina giovani una serie di ragazzini promettentissimi come Christopher Buchtmann, Reinhold Yabo, Lennart Thy, Florian Trinks e soprattutto il numero 10, Mario Götze.
Il 21 novembre 2009 Mario Götze ha fatto il suo esordio in Bundesliga contro il Mainz, e ora vanta già 5 presenze con la prima squadra di Jürgen Klopp, allenatore che punterà sicuramente su di lui in futuro.
Il giovane Mario ha un roseo futuro dinnanzi a sè, deve irrobustirsi necessariamente per competere in un calcio sempre più fisico ma il talento è assolutamente indiscutibile.

Con la Germania.


Mario controlla con la maglia del Borussia.




Con il Borussia.



Pubblicato il 05/07/2010

sabato 3 luglio 2010

Eden Hazard



Nome: Eden Hazard
Data di nascita: 7 gennaio 1991, La Louvière
Nazionalità: Belgio
Altezza: 170 cm
Piede preferito: Ambidestro
Squadra: LOSC Lille – Ligue 1
Ruolo: Centrocampista esterno
Valore: 14.000.000€

Dopo Romelu Lukaku vi presentiamo un altro giovane belga molto promettente, anzi ormai già affermato, si tratta di Eden Hazard, centrocampista esterno classe ’91 del Lille.
Nato in una famiglia dedita al calcio, entrambi i genitori erano giocatori professionisti, inizia la carriera nelle giovanili della squadra locale il Royal Stade Brainois, dove prevalse sugli altri bambini per capacità fisica e tecnica. Nel 2005 il Lille notò l’abilità dell’allora quattordicenne Eden e decise di annoverarlo nelle giovanili della rosa pagando un prezzo irrisorio, un piccolo rimborso per le squadre dilettantistiche, al suo precedente club.
Si fa notare dagli addetti al Campionato Europeo under 17 dove con il suo aiuto la squadra riesce a raggiungere le semifinali della competizione, eliminata solo dalla Spagna di Bojan Krkic.
Due anni dopo il suo ingresso in squadra ottiene la prima presenza nel campionato francese, e nel settembre 2008, a soli 17 anni, sigla il suo primo gol da professionista contro l’Auxerre.
Al termine della stagione 2008/2009 molti club europei tentano di acquistare il cartellino di Hazard, Zinedine Zidane lo ha proposto al Real Madrid affermando: “Fosse per me lo porterei al Real a occhi chiusi. Eden Hazard sarà il “crack” del calcio futuro. E’ già fortissimo adesso e con il passare degli anni migliorerà ancora.”, ma nonostante gli attestati di stima il giovane dichiara di voler restare un altro anno nel Lille per affermarsi nel calcio francese prima di trasferirsi.
La stagione seguente infatti parte da titolare inamovibile, segna subito in due sfide valide per i preliminari di Europa League, continuando a fornire ottime prestazione per il resto della stagione arrivando a siglare 10 reti, di cui 4 in Europa e una al Liverpool, in 47 presenze. Sono dati che oltre a far salire “l’appetibilità” del ragazzo ne alzano di molto il valore, se si pensa anche al fatto che il C.T. belga Lekeens lo ha fatto debuttare nella nazionale maggiore nel settembre del 2008 a soli 17 anni e da allora fa parte di ogni spedizione dei Diavoli Rossi.

Le qualità che gli anno permesso di vincere il premio come giovane dell’anno della Ligue 1 per due anni di fila (primo straniero a vincerlo, primo giocatore a vincerlo due volte) sono: la grande rapidità e agilità che dimostra in campo sia con che senza il pallone, doti necessarie nel suo ruolo, lui infatti predilige giocare sulla fascia indistintamente destra o sinistra per poi accentrarsi per provare il tiro o fare l’assist. Dotato di un dribbling eccellente riesce a saltare diversi avversari contemporaneamente mandandoli fuori tempo, se a ciò si unisce un ottimo controllo di palla si realizza che è veramente molto difficile per un difensore marcarlo, e per lui sembra naturale la facilità con cui riesce ad arrivare al tiro, sua specialità quello a giro sul palo lontano.
Nonostante l’enorme talento mostra alcune lacune, ogni tanto sembra perdersi nei giochetti per saltare gli avversari peccando forse di leziosità, e si nota anche una carenza nella volontà a portare il pressing. Ma questi sono difetti che con gli anni e l’esperienza solitamente un giocatore tende a eliminare, e con ciò arriverà anche una maggiore maturità tattica e un miglior collocamento in campo nelle fasi di gioco.

Alla fine di questa stagione molte squadre si sono fatte avanti, Eden stesso ha dichiarato: “In quali club mi piacerebbe giocare? Ho sempre ammirato il Real Madrid e l’Arsenal, ma anche il Milan…”, anche se è molto difficile un suo trasferimento in rossonero, visto l’alto costo del cartellino, pare sia molto vicino a concludere con l’Arsenal di Wenger, anche se siamo sicuri che Mourinho difficilmente si lascerebbe scappare un giocatore come lui, e indiscrezioni non confermate danno un forte interessamento del Barcelona qualora non dovesse arrivare l’obbiettivo principale per l’attacco dei catalani ossia Mesut Ozil.
Il giovane belga ha ancora molta strada da compiere per raggiungere l‘abilità dei giocatori a cui è stato paragonato, Lionel Messi e Cristiano Ronaldo, ma le basi ci sono, per lui sarà fondamentale il salto in un top team e il lavoro che svolgerà su di lui il suo futuro allenatore, ricordando sempre che un giocatore è più facile che si “bruci” piuttosto che si affermi, lui ha le carte in regola per diventare uno tra i migliori al mondo.







giovedì 1 luglio 2010

Lo Stadio - Teatro delle emozioni


Lo stadio è un luogo magico e coinvolgente che riesce a trasmettere quell'euforia che difficilmente si può provare seduti comodamente sulla poltrona di casa. Oggi parleremo dell'essenza di questa struttura architettonica di matrice antica e vi proporremo l'ennesima classifica del Times inglese che ha voluto selezionare i 10 stadi più belli del mondo.
Il termine stadio trae origine dal greco “stadion”, che letteralmente significa “stallo”, cioè un posto dove la gente può sedersi. Il più antico stadio conosciuto è quello di Olimpia, nel Peloponneso occidentale in Grecia, nel quale furono condotti i Giochi olimpici dell'antichità fin dall'anno 776 a.C.
Lo stadio moderno, parlando di stadi calcistici, è formato da tribune che circondano il campo di gioco, e a livello di campienza (numero di spettatori) deve rispettare rigide norma nazionali e internazionali. Secondo i regolamenti italiani lo stadio deve possedere 20.000 posti minimo per la serie A e 10.000 posti minimo per la serie B. Tutti gli stadi devono avere solo posti a sedere numerati, con sedute conformi alle norme e il 5 % della capienza totale deve essere riservato ai tifosi della squadra ospite. Ogni 10 anni deve essere prodotto un certificato di idoneità statica delle strutture.
Sono previste 2 sedute per ogni 400 posti per i portatori di handicap e altrettante per i relativi accompagnatori mentre ai giornalisti e agli operatori dei media devono essere riservati 100 posti per la serie A e 50 per la B in tribuna.
Per partecipare ad una competizione internazionale la Uefa non permette stadi con capienza inferiore a 10.000 posti e tutti questi devono essere obbligatoriamente a sedere.
La classificazione Uefa degli stadi prevede 4 categorie: 1, 2, 3 ed Elite. La categoria più alta Elite può ospitare la finale delle due maggiori competizioni (Champions e Europa League) e deve avere una capienza minima di 30.000 posti di cui 22.500 a sedere. Uno stadio Elite inoltre deve possedere un'altra serie di caratteristiche importanti come la possibilità di ospitare 25 persone in ogni spogliatoio, 13 giocatori per panchina, almeno 3 studi televisivi, almeno una sala stampa da minimo 100 posti a sedere e 1.700 posti riservati ai VIP e alla autorità (1.550 per quelle di casa e 200 per quelle ospiti).
I 3 stadi più antichi d'Italia sono il Luigi Ferraris di Genova (inaugurazione 1911), l'Arena Garibaldi – Romeo Anconetani di Pisa (1919) e il Nicola Ceravolo di Catanzaro (1929). I stadi più capienti d'Italia invece sono il Giuseppe Meazza di Milano (81.389 posti), il San Paolo di Napoli (76.824 posti di cui 60.240 omologati) e l'Olimpico di Roma (72.698 posti).
E veniamo alla classifica dello storico quotidiano inglese Times che ha radunato ex calciatori e importanti giornalisti per stilare la classifica dei migliori stadi del mondo. I criteri sono: l'atmosfera che si crea all'interno, la visibilità del gioco, il fascino dell'impianto, sensazioni che suscita la struttura.

Ecco la classifica:
1)Signa Iduna Park (Westfalenstadion) di Dortmund, stadio del Borussia Dortmund;
2)Giuseppe Meazza (San Siro) di Milano, stadio dell'Inter e del Milan;
3)Anfield di Liverpool, stadio del Liverpool;
4)Stadio Inonu di Istanbul, stadio del Besiktas;
5)L'Allianz Arena di Monao di Baviera, stadio del Bayern Monaco e del Monaco 1860;
6)Santiago Bernabeu di Madrid, stadio del Real Madrid;
7)La Bombonera di Buenos Aires, stadio del Boca Junior;
8)Stadionul Dinamo di Bucarest, stadio della Dinamo Bucarest;
9)Camp Nou di Barcellona, stadio del Barcellona;
10) Craven Cottage di Londra, stadio del Fulham;

Lo stadio di Dortmund ha una capacità di 80.552 spettatori, 65.718 posti a sedere, ed è definito come lo stadio nel quale il tifo è più assordante, con “tribune che si innalzano come scogliere” e quindi un posto “meraviglioso per vedere il calcio”.
Il Meazza, al secondo posto, è un luogo dove “la prima volta non puoi fare a meno di trattenere il fiato”. Gli inglesi parlano di una “nave spaziale atterrata nel centro di Milano” che affascina ed è un vero spettacolo per i tifosi e i calciatori. Solo al terzo posto vediamo uno stadio inglese, l'Anfield Road, che “attraverso la Kop (la famosissima e caldissima curva dei tifosi del Liverpool) suscita emozioni nelle notti europee”.
Concludendo ammettiamo che ci ha destato non poca curiosità l'esclusione di impianti megagalattici come Emirates di Londra o storici come Old Trafford di Manchester, ma per una voltà i giornalisti inglesi hanno messo da parte il loro forte nazionalismo. D'altronde San Siro è la Scala del Calcio.

Signa Iduna Park Dortmund


Giuseppe Meazza Milano


Anfield Liverpool


Inonu Stadium Istanbul


Allianz Arena Monaco di Baviera


Santiago Bernabeu Madrid


La Bombonera Buenos Aires


Stadionul Dinamo Bucarest


Camp Nou Barcellona


Craven Cottage Londra


Le scommesse sportive in Italia sono un fenomeno sempre più diffuso tra gli appassionati di sport


Punta sull'Udinese di Pawlowski su Bwin