lunedì 28 febbraio 2011

Andrea Bertolacci


Nome: Andrea Bertolacci
Data di nascita: 11 gennaio 1991, Roma
Nazionalità: Italia
Altezza: 179cm
Piede preferito: Destro
Squadra: US Lecce - Serie A (in prestito dalla Roma)
Ruolo: Centrocampista centrale
Valore: 750.000€


La Roma ha dimostrato negli ultimi anni di avere molta bravura e fortuna nel crescere i giovani centrocampisti. Gli esempi di De Rossi e Aquilani sono solo gli ultimi di una lunga tradizione. L'ultimo nome che va ad aggiungersi alla lista è quello di Andrea Bertolacci, giovane centrale della mediana, nato proprio a Roma come i due precedenti, cresciuto nelle giovanili giallorosse, ed ora in prestito ad un'altra giallorossa, la maglia salentina del Lecce.

Si forma nel vivaio di Trigoria, dove fino ai quindici anni ha avuto fortuna alterna, in particolare con l'ex allenatore dei giovanissimi nazionali Raffaele Scudieri, dove nonostante un inizio di stagione promettente con due gol nelle prime due partite molto spesso lo relega in panchina o addirittura in tribuna concedendogli a volte pochi minuti in campo. Le cose cambiano quando sul finire della stagione arriva in panchina Andrea Stramaccioni che crede molto nel ragazzo e inizia a dargli più minutaggio. Bertolacci lo ripaga con ottime prestazioni e diversi gol. Le cose non cambiano quando passa negli allievi nazionali, finalmente si è guadagnato il ruolo di titolare nel centrocampo a tre romanista e partita dopo partita convince sempre di più.
Nella stagione 2007/08 viene aggregato alla squadra primavera dove deve cedere il posto a giocatori più grandi ed esperti di lui, ma l'esperienza gli tornerà utile l'anno successivo quando gioca 19 partite mettendo a referto 4 reti nella gestione De Rossi (padre del centrocampista e vice capitano giallorosso).
Inoltre quella stagione riceve le prime convocazioni da Luciano Spalletti che lo fa accomadare in panchina in quattro occasioni non facendolo mai debuttare.
Nel gennaio 2010 la società giallorossa, in accordo col giocatore, lo manda in prestito per sei mesi al Lecce in Serie B, dove realizza 5 presenze senza reti.
Nel giugno dello stesso anno viene rinnovato il prestito fino al giugno 2011, con riscatto per il Lecce e contro riscatto per la Roma. Questo denota comunque una certa fiducia nei giallorossi che vogliono seguire con attenzione la maturazione del giocatore.
Domenica 20 febbraio 2011 il giovane centrocampista sigla la sua prima rete da professionista, allo stadio di "Via del Mare" di Lecce contro la Juventus. Ad oggi (28 febbraio 2011) ha totalizzato 5 presenze nella massima serie italiana.

Di lui si dicono ottime cose, la visione di gioco e l'abilità nei passaggi sono le sue armi migliori, denota inoltre una certa predispozione offensiva (tipicamente scuola Roma), è il tipico regista di metà campo. Molti ex compagni e allenatori per incoraggiarlo lo paragonavano a Cambiasso, giocatore che ha ammesso di ammirare moltissimo, sebbene sia meno difensivo la zona di campo ricoperta è proprio quella del "Cuchu". Inoltre è un ragazzo con la testa sulle spalle, sa di dover lavorare ancora moltissimo, ammette di dover migliorare nella rapidità e nel colpo di testa e cerca di imparare quanto più possibile dai compagni più esperti. (Qui potete trovare una sua intervista realizzata da Roma Channel durante la preparazione estiva del campionato 2009/10 a Brunico).


Ha vestito la maglia della Nazionale under 16, 17, 18, 19, 20 totalizzando in tutto 13 presenze senza reti all'attivo. Inoltre pare che sia prossimo ad una convocazione nell'under 21 di Ciro Ferrara.

Il futuro del centrocampista al momento non è del tutto chiaro, sicuramente finirà la stagione a Lecce e il prestito potrebbe essere rinnovato per un'altra stagione, qualora i giallorossi dovessero restare in Serie A, per permettergli di giocare e crescere con maggior continuità. Come già detto la Roma sta monitorando attentamente il giovane, si è cautelata con il contro riscatto, e sta valutando quando e come riportarlo nella capitale.






Al minuto 1:02 il gol realizzato contro i bianconeri

venerdì 25 febbraio 2011

Valon Berisha


Nome: Valon Berisha
Data di nascita: 7 febbraio 1993
Nazionalità: Norvegia
Altezza: 1, 78 m
Piede preferito: Destro
Squadra: Viking F.K Stavanger – Tippeligaen (serie A norvegese)
Ruolo: Trequartista, Centrocampista offensivo
Valore: 350.000 €



Dopo il promettente centrocampista Henriksen, un'altro talento del centrocampo norvegese sta attirando le attenzioni degli scout europei: Valon Berisha.
Berisha è un jolly del centrocampo dei Viking Stavanger di origine kosovara, ma nato in Svezia e con passaporto norvegese. Il giovanissimo trequartista è il più importante prodotto del settore giovanile dei Viking e sta letteralmente sbocciando alla sua stagione di debutto nella massima serie scandinava.

Valon Berisha nasce in Svezia ma presto si trova in Norvegia dove muove i primi passi nell' Egersund (piccolo club di Eigersund). Nel 2009 entra a far parte del settore giovanile dei Viking e impressiona lo staff per il suo talento cristallino. Dopo appena una stagione viene portato in prima squadra e il 21 marzo 2010 (a 17 anni da poco compiuti) debutta in Tippeligaen. Ad ora ha collezionato 15 presenze ufficiali e uno strepitoso goal al Lillestorm (marcatura che gli ha fatto vincere il premio di miglior dgoal del 2010).

Berisha è un trequartista dai piedi raffinati e dall'ottima duttilità, infatti può ricoprire tutti i ruoli di un centrocampista offensivo. Ha un eccellente tecnica di base ed è molto rapido nel decidere il passaggio più efficace. Pecca di inesperienza e deve irrobustirsi per imprimere solidità al contatto con l'avversario anche se nonostante l'età gode di una buona muscolatura. Ciò che colpisce del talento di origine kosovara è la capacità di calcio sia da fermo che in movimento e che lo porta ad essere una straordinaria arma offensiva.

In nazionale è stato convocato con la selezione Under 19 della Norvegia con la quale ha collezionato 3 presenze. Sembra che si siano spalancate le porte anche della nazionale Under 21 scandinava anche se lo stesso Valon sembra voglia vagliare l'opportunità di fare parte della nazionale del Kosovo (ha spesso espresso il proprio attaccamento verso la sua terra d'origine). In Norvegia comunque sperano che il ragazzo opti per la loro selezione.

Ha effettuato un provino per il Chelsea (che sembra sia andato molto bene) ed è costantemente monitorato dal Manchester City anche se il ragazzo ha recentemente dichiarato di aver bisogno di imporsi prima nei Viking. Dopo le ottime prestazioni il suo nome è finito nel taccuino di mezza Europa ma ancora non c'è stato alcun accordo con altri club.
Come sempre speriamo che sia un nostro club ad accaparrarsi le prestazioni di questo talento del centrocampo e personalmente lo vedremmo molto bene ad iniziare nel nostro calcio in un club tra Palermo, Udinese e Genoa. Conoscendo le società potrebbero già lavorarci.





Il fantastico primo goal di Berisha (votato miglior goal del 2010)


Splendida punizione di Berisha nei Viking Under 16 contro il Rosemborg.

mercoledì 23 febbraio 2011

ERIC THE KING... Eric Cantona


Oggi ProssimiCampioni vi parla di un personaggio dall'indiscutibile carisma che per anni ha calcato i campi più importanti del panorama calcistico ed ora è diventato una vera e propria celebrità del mondo del cinema e della televisione: Eric Cantona.

Basterebbero questo per descrivere l'impatto mediatico che ha avuto Cantona in campo e fuori:

- Eletto calciatore del secolo del Manchester United dai tifosi dei Red Devils (Battendo gente come David Beckham e George Best);
- Ha vinto una Coppa di Francia (Montpellier), un Campionato francese (Marsiglia), 4 Community Shield (una con il Leeds, 3 con il Mancester United), 5 Campionati inglesi (uno con il Leeds e 4 con lo United), 2 coppe d'Inghilterra (Manchester United) e un Campionato d' Europa Under 21 con la Francia Under 21;
- Dopo il ritiro (1997) è diventato capitano della Nazionale francese di beach soccer, con cui ha giocato la Coppa del Mondo 2005.
- Dopo il ritiro ha cominciato la carriera d'attore. Ha interpretato ruoli in film francesi e film inglesi tra cui Elizabeth. E' stato inoltre protagonista di svariati spot della Nike nei quali conduceva una campagna a favore del “Joga Bonito”. Nel 2009 è co-protagonista del film di Ken Loach, “Il mio amico Eric”, presentato al festival di Cannes e nel quale Cantona interpreta se stesso nei panni di un fantasma che guida il protagonista nella risoluzione dei propri problemi.
- Nel 2010 si fa portatore di una crociata contro le banche invitando i francesi a ritirare contemporaneamente il 7 dicembre i propri conti bancari dalle banche. L'iniziativa non ha il fine sperato ma l'evento suscita molto clamore;
- Il 19 gennaio 2011 è diventato allenatore degli storici New York Cosmos, scomparsi nel 1985 e che si vogliono rilanciare con la presidenza di Pelè e la guida del leader francese.



Eric Daniel Pierre Cantona nasce a Marsiglia il 24 maggio 1996 da padre sardo e madre catalana. La sua carriera inizia a soli 7 anni, quando viene tesserato per l'S.O. Caillols e inizia a rivelare delle ottime doti da centravanti che gli valgono un provino al Nizza, dove verrà scartato. Arrivato all'Auxerre e prestato al Martigues (seconda divisione) a causa del servizio di leva, Eric torna in Borgogna nel 1986 e firma il primo contratto da professionista. Nella formazione bianco-azzurra rimane per sette anni (dall'81 all'88), esordendo in serie A francese il 5 novembre del 1983 (17anni). Nel 1988 conquista il titolo europeo Under 21 con la nazionale minore francese, ma già da un anno faceva parte anche della nazionale maggiore.
Con la nazionale maggiore ha sempre avuto un rapporto tormentato, fatto di amore ed odio: quando non viene convocato per una delicata trasferta dei galletti in Cecoslovacchia, Cantona (passato al Marsiglia) si infuria e in una memorabile diretta Tv insulta il Ct.
Questo gesto gli costa l'allontanamento dalla nazionale, ma, nella sua carriera "spericolata", conoscerà molte altre liti estreme.
Al Marsiglia litiga violentemente con Tapie, da Bordeaux scappa dopo appena 4 mesi, mentre a Montpellier prende a schiaffi un compagno di squadra. Ritorna nuovamente a Marsiglia, con Goethals come allenatore, ma tra i due non c'è feeling, così riparte alla volta del Nimes dove si rende nuovamente protagonista. Nel dicembre 1991, durante un match col Nîmes, arrabbiatosi per alcune delle decisioni dell'arbitro, gli lancia addosso la palla. Viene punito dalla Federcalcio francese e sospeso per un mese. Cantona si arrabbia anche con i membri della commissione che lo avevano squalificato, definendoli tutti idioti. Per tutta risposta, la commissione gli aumentò la squalifica a tre mesi. A 25 anni Cantona decide di ritirarsi dal calcio giocato. Nessuno vuole un giocatore che, nonostante un talento infinito, non riesce a rispettare le regole e mantenere una condotta tranquilla.Saranno Michel Platini, Gerrard Houllier e la sua psicologa a convincerlo a tornare a giocare. Houllier gli prospetta una grande carriera in Inghilterra e allora Eric decide di accettare una delle offerte pervenute da importanti club d'oltremanica, quella del Leeds (Liverpool e Sheffield temevano rovinasse il loro spogliatoio e non lo vollero).
Al Leeds ecco l'esplosione, titolo e Charity Shield . Diventa fondamentale in tutti gli incontri più importanti e il suo peso e carisma gli valgono il soprannome di “the King”. Nel novembre 1992 si trasferisce allo United di un Ferguson letteralmente rapito dalla personalità di Cantona, inutile dire che i tifosi del Leeds impazziscono per la vendita del “Re”. Una volta allo United porta i Red Devils al titolo dopo 26 anni e diventa idolo incontrastato dei tifosi di Manchester. Vincerà tantissimo e metterà le basi per la rinascita definitiva del grande Manchester United di questi anni.Purtroppo nel 1995 il “Re” ricasca nella sua impulsività e dopo un espulsione in una partita contro il Crystal Palace si scaglia nell'ormai celeberrima mossa di Kung -Fu (video) ai danni di un tifoso avversario che lo stava insultando. La squalifica è salatissima: 8 mesi e 120 ore di servizio civile.
Nonostante si parli di Cantona come un arrogante “testa calda”, il francese continua ad allenarsi duramente al cospetto della formazione primavera che ammirava il francese sgobbare per mantenere la forma. I vari primavera United (Neville, Butt, Scholes, Giggs e Beckham) parlano di quel periodo come una grande opportunità di imparare da un leader assoluto. Lo United senza Cantona perde il campionato.Il ritorno al calcio è da brividi. Manchester – Liverpool con goal e assist di Eric con i tifosi dei “diavoli rossi” letteralmente impazziti. Nei suoi ultimi due anni vince di nuovo tutto con Ferguson che lo incorona capitano. Cantona sarà il primo capitano straniero a vincere l'FA Cup. In patria però non gode di grande credito e dopo essere stato escluso agli Europei 1996, non viene convocato ai Mondiali 1998 in terra transalpina (la più grande delusione della sua carriera).L'11 maggio 1997 gioca la sua ultima partita ufficiale contro il West Ham. I tifosi del Manchester United faticano a non ricordarlo con commozione.
Dopo il calcio Cantona ha proseguito con il Cinema e con il teatro. Memorabili le sue interpretazioni negli spot della Nike nel quale interpretava il capo di un'organizzazione che raggruppava i più grandi giocatori del calcio spettacolare (per non dimenticare la mitica pubblicità della Nike del 96 che lo vedeva al fianco di Maldini, Figo, Rui Costa ed un giovanissimo Ronaldo a giocare una partita contro la squadra del Diavolo, lo spot della frase “au revoir...”, per intenderci).Nel 2010 dimostra di porsi ancora contro il sistema. Nel mirino di Cantona non più un calcio a suo dire malato e nemmeno la stampa ma le banche. Egli si fa infatti portavoce di un iniziativa, BankRun 2010, finalizzata al far crollare il “sistema bancario che opprime i cittadini”. Ecco le parole di Cantona:
“È molto facile fare la rivoluzione oggi. Il sistema in cosa consiste? Il sistema gira intorno alle banche. Il potere si fonda sulla banche, quindi deve essere distrutto a partire dalle banche. Se i tre milioni di persone che sono in strada con i cartelli vanno in banca e tutte insieme ritirano i propri soldi, queste crollano. Tre milioni, dieci milioni, e le banche crollano”.
L'iniziativa indetta il 7 dicembre (come la sua maglia) 2010 non ha avuto il successo sperato anche se l'iniziativa continua.
(Vi alleghiamo il link del Video/intervista di Cantona e del sito ufficiale dell'iniziativa ).
Nel 2011 diventa allenatore dei New York Cosmos che tornano nella MLS (Major League Soccer).Una cordata di imprenditori ha rilevato il marchio dell' ex squadra di Pelè con l'obbiettivo di riproporlo alla gloria che gli spetta. Per farlo è stato nominato presidente proprio O'Rei e come allenatore il nostro Eric Cantona. Siamo sicuri che anche qui lui non deluderà. (Fantastico il video di presentazione del ritorno dei Cosmos nel calcio che conta, ve lo presentiamo sotto). ProssimiCampioni è con Cantona.

Alla presentazione con Sir Alex.


Il mitico 7 United.


La locandina del film di Ken Loach.


Il grande giocatore.


Cantona "Joga Bonito".


Il mitico video di presentazione dei New York Cosmos.

lunedì 21 febbraio 2011

Casemiro


Nome: Carlos Henrique Casimiro
Data di nascita: 23 febbario 1992, Sao José dos Campos
Nazionalità: Brasile
Altezza: 1,84 m
Piede preferito: Destro
Squadra: San Paolo – Brasilerao Serie A
Ruolo: Centrocampista centrale, mediano
Valore: 1.000.000 €



Carlos Henrique Casemiro, o più semplicemente soltanto Casemiro, è uno degli ultimi grandi talenti del vivaio del San Paolo e del Brasile Under 20 fresco vincitore del Sudamericano di categoria.
Casemiro cresce nel piccolo Cotia CFA dove ben presto convince di essere un talento e ad 11 anni viene prelevato dal San Paolo non senza difficoltà e dispendio. Nella squadra di San Paolo fa tutta la trafila delle giovanili fino a debuttare in prima squadra il 25 luglio 2010 nella sconfitta esterna con il Santos.

Casemiro è un centrocampista molto potente e completo che si adatta sia al ruolo di interditore davanti la difesa, sia ad un ruolo di centrocampista centrale più avanzato. Abbina ad un ottima tecnica, in Brasile è quasi impossibile non possederne, una grandissima dinamicità, fisicità ed intelligenza tattica. La sua abilità in fase difensiva però non si discosta molto dalla capacità di attaccare in fase offensiva, dato che il mediano carioca è bravissimo negli inserimenti sia durante l'azione che nei calci piazzati.

Ad ora il talento verdeoro ha collezionato la bellezza di 18 presenze e 2 goal con la prima maglia del San Paolo mentre in nazionale Under 20 vanta 5 presenze e 2 reti all'attivo con il titolo Sudamericano Under 20 appena conquistato. A questo titolo con la nazionale si unisce la Coppa Sao Paulo de Juniores, la più importante coppa giovanile del Brasile, vinta contro il Santos dal San Paolo nel 2010.

Dopo uno straordinario inizio di carriera la valutazione di Casemiro si è impennata tanto che il San Paolo ha appena depositato il suo contratto (scadenza 2015) con clausola rescissoria pari a 30 milioni di €. Si parla di un interesse concreto di United, Chelsea, Porto, Benfica, Juventus, Milan, Inter e Genoa con i nerazzurri e il grifone che sembrano essere più avanti degli altri nell'operazione. Non sarà difficile convincere il San Paolo a privarsi di un talento che sembra sul punto d'esplodere .

In patria viene paragonato a Felipe Melo vista la potenza fisica e il dinamismo che offre a supporto della squadra. In realtà queste sembrano essere le uniche caratteristiche in comune con il mediano juventino dato che Casemiro possiede una maggiore tecnica di base e viene descritto come un ragazzo tranquillo e disciplinato in campo. Il tempo ci dirà dove può arrivare il giovane “volante” brasiliano e speriamo di poterlo vedere in Italia.





Il primo goal del 3-1 alla Colombia al Sudamericano Under 20 con il Brasile.


Primo goal da professionista con il San Paolo.



Pubblicato il 21/02/2011

venerdì 18 febbraio 2011

Sime Vrsaljko


Nome: Šime Vrsaljko
Data di nascita: 10 gennaio 1992, Zadar
Nazionalità: Croazia
Altezza: 183cm
Piede preferito: Destro
Squadra: NK Dinamo Zagreb - 1 HNL
Ruolo: Terzino-esterno destro, sinistro
Valore: 4.000.000€


Non ci stancheremo mai di ripeterlo: l'est Europeo è una fucina di talenti di grande livello. Le antiche nobili decadute del calcio stanno conoscendo, o per conoscere, un nuovo splendore.
La Croazia non è una nuova arrivata in questo settore, a partire dagli anni '90 hanno esportato giocatori in tutta Europa, acquisendo un grande spessore calcistico, iniziato con quel meraviglioso terzo posto ai Mondiali francesi del 1998.
Oggi i giocatori croati sono tenuti in grande considerazione, e giovani ventenni sono pronti a seguire le orme di Modric e compagni. Šime è uno di loro.

Nasce nella stessa città che ha dato i natali a Modric per l'appunto, Zadar, a lui infatti è stato spesso accomunato più nella speranza che ne segua le orme più che per fattori tecnici. Inizia a giocare nelle giovanili dello Zadar per poi passare all'NK Lokomotiv Zagreb, club satellite della Dinamo.
Qui inizia ad impressionare sia nelle giovanili e poi nella massima serie croata debuttando il 26 luglio 2009 contro il Rijeka.
Il gennaio dello stesso anno passa definitivamente alla Dinamo, ormai convinta del valore del ragazzo, che chiude la prima stagione da professionista con 27 presenze.
Durante il calciomercato estivo si scatenta la caccia al giovane esterno, dapprima un'offerta del Marsiglia di quattro milioni di euro, considerata troppo bassa dalla dirigenza che la rifiuta immediatamente, poi con la richiesta d'informazioni da parte di Everton, Tottenham, Manchester United e Arsenal. A fine estate per la gioia dei tifosi il ragazzo resta ancora nel club della capitale e continua a fornire le brillanti prestazioni che lo consacrano definitivamente a terzino destro titolare della squadra, debutta anche in Champions League nel terzo turno eliminatorio perso ai rigori contro lo Sheriff Tiraspol. Lo scorso gennaio però i Gunners, i più attivi, tornano alla carica, si parla di un'offerta iniziale di 8 milioni di sterline, poi portata a 12 e mezzo dopo l'iniziale rifiuto, più la garanzia di fargli terminare la stagione in Croazia, ma fino ad ora nessun affare è stato concluso.

La sua posizione naturale è quella di terzino destro, ma la sua velocità e la sua capacità di arrivare sul fondo per crossare gli permettono di giocare anche da esterno di centrocampo, inoltre svaria su entrambe le fasce. Molto abile in fase di copertura, nel controllo di palla e nella sua abilita di assist man più che di goleador. La progressione è indubbiamente la sua arma migliore, gioca in velocità su tutta la fascia, è inoltre dotato di un potente tiro è di un ottimo stacco aereo. Se proprio bisogna trovare qualcuno che gli somigli bisogna cercare si nel Tottenham, senza guardare Modric, il giocatore che ha mosso praticamente i suoi stessi passi e gli somiglia molto nel modo di giocare è il gallese Gareth Bale. Certo ora Bale è un giocatore di fama mondiale, ma anche lui ha iniziato giocando da terzino, sinistro, poi la sua velocità, abilità nei cross, nel saltare l'uomo e il fiuto del gol lo hanno fatto avanzare fino al ruolo attuale di esterno di centrocampo. Vrsaljko potrebbe ripercorrere gli stessi passi, anche se finora gioca maggiormente sulla linea difensiva.

Oltre ad aver rappresentato il suo paese nelle Nazionali under 15, 5 presenze e 1 gol, under 17, 16 partite e 2 gol, una chiamata in under 18, sei in under 19 e quattro in under 21, è stato convocato per la partita del2 novembre 2010 contro Malta, ed ha fatto il suo debutto il 9 febbraio 2011 contro la Repubblica Ceca, giocando gli ultimi dieci minuti.

Quasi sicuramente le inglesi torneranno alla carica la prossima estate, con sempre l'Arsenal favorito su tutti ma con lo United e il Tottenham che stanno facendo passi avanti. Lo scorso ottobre si era parlato di un interessamento della Sampdoria, incrociamo le dita, ma quasi sicuramente lo vedremo con una casacca britannica la prossima stagione.





mercoledì 16 febbraio 2011

Hooligans...terrore d'Europa

Gli Hooligans a cavallo degli anni '70 e '80 erano sinonimo di terrore e paura per chiunque volesse semplicemente godersi una partita di calcio. Erano un fenomeno che fortunatamente non ha mai toccato direttamente il calcio italiano, ma è stato importato nel corso di sfide con squadre o selezioni nord europee, nella maggioranza dei casi inglesi.
Proprio alla corte di Sua Maestà nascono i primi Hooligans, l'origine della parola non è tuttora chiara, secondo varie ipotesi può derivare dal cognome di un noto malvivente irlandese, tale Patrick Hooligan, dalla "Hooley's Gang", banda di delinquenti nata nel quartiere londinese di Islington oppure dal termine irlandese "Hooley" che significa festa sregolata, fattosta che negli anni è stata usata per indicare quei "tifosi" inglesi, scozzesi e olandesi che più che interessarsi al match o al supporto della propria squadra si dedicavano a violentissime risse, perlopiù organizzate con agguati, contro le tifoserie avversarie.

Gli Hooligans inglesi, i più famosi, sono stati i primi in assoluto a dedicarsi a questa pratica, per poi esportarla negli altri Paesi durante incontri di Coppa o al seguito della loro Nazionale. Causarono enormi guai in Lussemburgo, Belgio, dove la polizia locale li attaccò molto duramente, in Italia durante i Campionati Europei del 1980, in Germania nello scontro di Dusseldorf contro i tifosi tedeschi e olandesi che durò per giorni, in Norvegia e in Svizzera. Sul finire degli anni '80 si arrivò al limite: nel 1985 la tragedia dell'Heysel, provocata da Hooligans del Liverpool, a cui si unì un gruppo del Chelsea chiamato "Headhunters" (cacciatori di teste), che cominciarono a caricare il settore adiacente a quello a loro riservato, occupato da tifosi della Juventus non facenti parte del tifo organizzato, per cercare il cosiddetto "take an end", ossia il conquistare la curva avversaria. I tifosi bianconeri impauriti cominciarono ad arretrare verso il muro alle loro spalle evitando lo scontro a tutti i costi, molti di loro si gettarono dagli spalti o vennero letteralmente schiacciati dalla ressa, quando un gruppo si liberò nel campo la tensione e la calca cominciò ad allentarsi. La polizia belga non fece nulla, appostandosi a un chilometro di distanza e intervendo solo nel finale come supporto per i feriti. Fu allora che ci si rese conto della gravità della situazione, ma le autorità decisero di giocare comunque per evitare a quella folla di riversarsi immediatamente nelle strade. Bruno Pizzul, commentatore della partita, si dichiarò contro quella decisione promettendo al pubblico di commentare "nel modo più asettico possibile". La televisione tedesca non mandò in onda l'incontro mentre quella austriaca la trasmise senza commento con l'aggiunta di una scritta recitante: "Questa che andiamo a trasmettere non è una manifestazione sportiva".
Alla fine si contarono 370 feriti e 39 morti di cui 32 italiani, 4 belgi, 2 francesi e 1 irlandese, inoltre tutte le squadre inglesi vennero squalificate per cinque anni da tutte le competizioni europee, eccezion fatta per la Nazionale.
Impossibilitati a seguire la loro squadra, gli Hooligans, si dedicarono alle trasferte al seguito della squadra Nazionale, invadendo letteralmente ogni Paese gli si presentasse, arrivarono le dure condanne da parte del loro governo e vennero presi i primi provvedimenti. Il primo in assoluto avvenne dopo la strage di Hillsborough, nello stadio dello Sheffield, in una semifinale di FA Cup del 1989 che vedeva opposti il Nottingham Forest e il Liverpool, tristemente protagonista di nuovo. All'epoca il blocco delle competizioni Europee aggiungeva ancora più prestigio alla nota FA Cup, i tifosi del Liverpool letteralmente invasero Sheffield per sostenere la loro squadra, questa volta con un'atmosfera più calma e rilassata. Ai reds venne riservato il settore a sinistra della tribuna centrale, la famosa "Leppings Lane", dotata di soli sei ingressi a dispetto dei sessanta a disposizione dei tifosi del Forest. Quindici minuti prima dell'inizio della partita all'esterno dello stadio c'era ancora un'enorme folla di gente che aspettava di entrare, cosi la polizia decise di aprire anche il Gate C, un grosso cancello, per alleggerire un po la ressa. La scelta si rivelò catastrofica: il Gate C conduceva a un solo settore della curva e si trovò ben presto pieno all'inverosimile quando la grande folla ancora fuori continuava a spingere per poter entrare, e quando anche la Leppings Lane si trovò al culmine della sua capacità non c'era più via di scampo per i tifosi. Alcuni cominciarono a scavalcare l'inferriata che li separava dal campo per sfuggire allo schiacciamento. Nonostante tutto la partita cominciò regolarmente perchè nessuno nello stadio si era reso conto della gravità della situazione. Dopo sei minuti di gioco l'incontro venne interrotto definitivamente e vennero tempestivamente prestati i primi soccorsi. Alla fine, in mezzo alla folla per colpa dello schiacciamento, persero la vita 96 persone oltre a più di 200 feriti. Il governo e la federazione, disposte a tutto pur di scongiurare questo periodo nerissimo per il calcio britannico, intrapresero una campagna di rimodernizzazione degli impianti: come prima cosa vennero abolite le gradinate per fare posto a seggiolini numerati singoli, ogni stadio comprese le zone immediatamente adiacenti vennero dotati di telecamere a circuito chiuso, e soprattutto vennero utilizzate pene più severe, carcere duro e interdizione dagli stadi per anni o a vita, contro gli Hooligans. Da allora il fenomeno è andato via via scemando, fino ad arrivare ai nostri giorni dove la bellezza degli stadi inglesi e il loro clima di rispettoso tifo ci lasciano colpiti. Un bellissimo passo avanti pagato ad un prezzo carissimo.

Tuttavia esiste ancora qualche eccezione, i gruppi che all'epoca usavano denominazioni come Crew (banda), Mob (folla) o Firm (impresa), sono ancora presenti in qualche tifoseria. Sono molto diversi rispetto agli anni '70 e '80, ma sono tuttavia ancora capaci di distinguersi per la loro durezza, e alcuni di loro continuano a cercare lo scontro con gli avversari. Tra loro ci sono gli "Inter-city Firm" del West Ham, che prendono il loro nome dalla caratteristica che avevano di prendere treni comuni per le trasferte invece di quelli organizzati rendendo cosi difficile il controllo della polizia; i "Red Army" del Manchester United, nessun gruppo ha subito tanti arresti e interdizioni negli ultimi anni come i Supporter dei Red Devils e i "Suicide Squad" del Burnley, tifosi di una squadra più piccola, abitanti di una delle città più degradate del Regno Unito dove la disoccupazione e il disagio sociale la fanno da padroni. Una particolare menzione va agli Hooligans del Birmingham, in un periodo dove la politica e il fenomeno Skinhead la facevano da padroni, loro fieri dell'aggregazione interculturale della loro città crearono gli "Zulu", primo gruppo organizzato interrazziale. C'è da dire però che la maggior parte delle crew si sono sciolte negli anni, colpite duramente dalla politica di eliminazione della violenza dal calcio inglese.

Come già accennato prima, gli inglesi sono stati "bravissimi" ad esportare il fenomeno Hooligans, infatti molte bande di questo tipo sono nate nella vicina Scozia, gli scontri tra i Cattolici dei Celtic e i Protestanti dei Rangers non avvengono solo in campo, ma qui bisogna per onore della cronaca fare una piccola precisazione: verso la fine dell'ottocento Glasgow fu invasa da ondate di profughi irlandesi in cerca di maggior fortuna, all'inizio le due squadre erano amiche ma durante la recessione economica degli anni '20 la maggioranza di protestanti iniziò ad attaccare la piccola comunità cattolica, da allora non c'è più stato un riavvicinamento, e i tifosi hanno preso l'idea del tifo violento organizzato inglese per portarlo fuori dall'ambiente sportivo, in ambito sociale. Bisogna inoltre citare gli "Aberdeen soccer casuals", il primo gruppo Hooligan a lanciare una moda. Prima di loro la maggior parte dei facinorosi vestivano abiti da guerriglia, o comunemente abbigliamento tipico da skinhead. I tifosi della squadra della capitale scozzese furono i prima ad attaccar briga in abiti firmati. Verstivano "casual", da qui il loro nome, dicevano di loro che sembravano appena usciti da una discoteca, ma sapevano picchiare duro e il loro abbigliamento comune gli dava una mano a mimetizzarsi nella folla quando bisognava scappare dalla polizia. Dopo di loro molti gruppi sia in Scozia che fuori adottarono questa caratteristica.
Infine un caso unico nel suo genere: i tifosi del Dundee e del Dundee United, molto più che vicini di casa (i loro stadi distano pochissime centinaia di metri l'uno dall'altro) hanno deciso di unirsi in un unico gruppo, il "Dundee utility crew", questo per fare fronte comune contro gruppi più numerosi, cosi capitava che i tifosi di una o dell'altra squadra andassero a turno in trasferta prima a seguira una poi l'altra.

Piccolissimo capitolo sull'Olanda: c'è chi afferma che il calcio olandese abbia perso la sua innocenza dopo aver conosciuto gli Hooligan inglesi, da allora gli scontri tra i gruppi di Ajax, Feyenoord e Utrecht (i principali) si sono fatti sempre più numerosi, i danni oltre ai feriti sono elevatissimi.

Il calcio inglese nel bene e nel male ha sempre saputo fare tendenza, se ora gli stadi d'oltremanica sono posti sicurissimi lo si deve ad una lunga battaglia intrapresa da governo e forze di polizia per eliminare un fenomeno sempre più grande e pericoloso. Nel calcio "mediterraneo", nel nostro in particolare non si hanno mai avute esperienze di questo tipo, i nostri gruppi ultras sono enormemente differenti dagli Hooligans. Purtroppo anche qui si hanno esperienze di inciviltà, violenza gratuita e stupidaggine, ma purtroppo nell'essere umano sono doti comuni.
Da anni si parla di importare il "nuovo" modello inglese, più sicuro, più dedito allo show, ma sicuramente meno caratteristico. Voi lettori cosa ne pensate? Preferite le nostre tifoserie come sono ora, o vorreste un modello ordinatamente british? Commentate in molti mi raccomando.


P.S. - Piccolo appunto, per chiunque volesse approfondire l'argomento noi di Prossimi Campioni consigliamo la visione del documentario "Ultras nel mondo", prodotto da Discovery Channel e condotto da Danny Dyer, protagonista di "The football factory". Una panoramica approfondita sulle tifoserie inglesi, scozzesi, croate e serbe, olandesi, polacche, russe, argentine, brasiliane, turche e italiane. Molto interessante e fonte d'ispirazione per la rubrica odierna.

lunedì 14 febbraio 2011

Xherdan Shaqiri


Nome: Xherdan Shaqiri
Data di nascita: 10 ottobre 1991, Gjilan
Nazionalità: Svizzera
Altezza: 170cm
Piede preferito: Sinistro
Squadra: Fc Basilea - Axpo Super League
Ruolo: Centrocampista esterno
Valore: 7.000.000€


Dopo Pajtim Kasami ecco un altro promettente giocatore svizzero di origini balcaniche. Shaqiri è considerato il più grande prospetto della nazionale elvetica allenata da Ottmar Hitzfeld, oltre a essere una delle colonne portanti del suo Basilea a soli diciannove anni.

Nato in una piccola cittadina oggi facente parte del Kosovo da genitori di etnia albanese, si trasferisce in Svizzera a soli tre anni, subito dimostra una grande passione per il pallone giocando nella locale squadra dell'SV Augst. Nel 2001, a dieci anni, gli osservatori del Basilea gli propongono di entrare nelle giovanili della più rinomata squadra svizzera, da allora ha vestito solo la casacca rossoblu passando l'intera trafila delle giovanili. A quindici anni vince il premio come migliore giocatore della Nike Cup 2007, nota manifestazione per atleti under 15 organizzata dal Manchester United e dalla famosa azienda americana. Quello stesso anno viene aggregato al Basilea II, la squadra riserve, ottenendo anche il suo primo contratto da professionista per preservarlo dai corteggiamenti di squadre di mezza Europa. Nel team B gioca 19 partite mettendo a segno 8 gol.

All'inizio della stagione 2009/2010 debutta in prima squadra nel turno preliminare di Europa League contro il Santa Coloma, mentre il 12 luglio fa il suo debutto nella Axpo Super League, la massima serie elvetica, proprio nella partita inaugurale subentrando contro il San Gallo. Da allora inizia prepotentemente a scavalcare le gerarchie della squadra a suon di ottime prestazioni, dalla ventesima giornata in poi il posto da titolare sarà sempre suo, fornendo prove sempre più convincenti aiuta il Basilea a conquistare a fine stagione Scudetto e Coppa Nazionale.

Le sue performance non sono passate inosservate al selezionatore elvetico Hitzfeld che lo inserisce dapprima nella lista dei trenta pre-convocati, e alla fine decide di portare il giovane classe '91 in Sudafrica. Fa il suo debutto in maglia rossocrociata contro l'Honduras giocando l'ultimo quarto d'ora. Da allora è una delle colonne del nuovo ciclo avviato dall'esperto tecnico.

La stagione in corso (2010/2011) lo ha visto iniziare nello stesso modo in cui aveva finito la precedente, ovvero maglia da titolare (gioca con il numero 17) e prestazioni sempre più valide e convincenti. Quest'anno ha avuto anche l'onore di debuttare in Champions League, segnando anche la sua prima marcatura nella competizione continentale ai danni della Roma nel giorone eliminatorio e giocando tutte le partite.
Anche in Nazionale le sue presenze aumentano sempre di più, ad oggi (14 febbraio 2011) può vantare 10 presenze e 1 rete, importantissima, contro l'Inghilterra in un incontro valevole per le qualificazioni ai prossimi campionati Europei del 2012.

La maglia Svizzera non è una novità per il giovane di origini kosovare, ha sempre vestito la maglia rossa fin dall'under 17 con cui ha giocato il Campionato Europeo nel 2008 e ha collezionato 10 presenze, 5 invece nell'under 18, altre 5 nell'under 19 con 3 marcature e 2 nell'under 21 prima del debutto nella Nazionale maggiore.

Shaqiri può vantare una tecnica di tutto rispetto, può giocare indistintamente sulla fascia sinistra o su quella destra, all'occorrenza può perfino giocare da terzino o da trequartista centrale dietro le punte. La versatilità è una delle migliori armi a sua disposizione. E' dotato di un ottimo dribbling e di un buon tiro, nonostante il fisico non propriamente statuario è comunque un giocatore molto solido che resiste bene ai contrasti. Sicuramente la migliore in assoluto delle sue qualità è la personalità, a 19 anni dispone già di un'esperienza da veterano, e dal modo in cui affronta le partite è sicuramente pronto per un campionato dalla maggiore difficoltà.
In fondo per lui le pretendenti non mancano di certo: Arsenal, Liverpool che ha provato a prenderlo lo scorso gennaio, Borussia Dortmund, Bayern Monaco e il Palermo. Proprio la squadra di Zamparini è quella che ha mostrato il maggior interesse per il giovane esterno. Il progetto del Palermo è da sempre chiaro e valido, ci auguriamo che la squadra rosanero riesca a prendere questo funambolico esterno, giovane ma dalla grande esperienza.







sabato 12 febbraio 2011

Concluso il sondaggio: "Chi è l'allenatore emergente 2010/2011 più interessante"? ... André Villas Boas


L'esito del sondaggio lanciato da ProssimiCampioni su chi sia l'allenatore emergente 2010/2011 più interessante, vede sulla vetta più alta del podio Luìs André Pina Cabral Villas Boas, noto semplicemente come André Villas Boas (34 anni).
L'allenatore del Porto sale sul gradino più alto del nostro podio che vede al secondo posto l'interessantissimo Jurgen Klopp che con il suo Borussia Dortmund (giovani e fantasia) sta guidando la Bundesliga tedesca e Rudi Garcia che sta conducendo un sorprendente Lille alla vetta della Ligue 1 francese.
Villas Boas è in vetta al campionato portoghese 2010/2011 con il Porto e si è guadagnato l'appellativo di “Special Two” (strettamente ricollegato al suo mentore Josè Mourinho) grazie ai risultati che sta ottenendo alla prima stagione con i Dragoes di Oporto e alla fortissima personalità che dimostra, ricordando appunto il carattere dello “Special One”.
Perché Villas Boas ? (Forniamo alcuni dati)
-André Villas Boas nasce come assistente tecnico di José Mourinho al Porto (dal 2003 al 2004), al Chelsea (dal 2004 al 2007) e all'Inter (dal 2008 al 2009). Può vantare da assistente delle esperienze di primo livello in squadre molto vincenti, accanto ad un tecnico d'esperienza e sconfinata personalità. Lo stesso Mou aveva iniziato come assistente di Robson e Van Gaal, al Porto e al Barcellona e Villas Boas studia dal “Vate di Setubal” tutto ciò che può essere utile nella propria futura carriera di allenatore. Piccola curiosità, nel lontano 1994 l'allora 13enne André viveva nello stesso palazzo di Robson che allenava il Porto e condivideva con l'allenatore deduzioni, schemi e tattiche. Lo stesso Robson raccontò che il giovane Villas Boas gli lasciava commenti e opinioni in dei foglietti nella cassetta della posta. Non poté che portarlo ad allenare il settore giovanile dei “Dragoni”.
Nello Ottobre 2009 il giovane assistente portoghese esprime il desiderio di iniziare a camminare sulle proprie gambe e l'Inter lo libera augurandogli un grande inizio di carriera. Lo stesso Josè Mourinho durante una conferenza stampa prospetta al proprio ex assistente un grande futuro come tecnico. Nello stesso anno arriva l'attesissima opportunità nella formazione dell'Academia che lottava per la salvezza nel campionato portoghese di serie A.
L'impatto nell'Academia è immediato e il calcio fornito dalla sua squadra impressiona i media. La piccola formazione di Coimbra si salva passando dall'ultimo all'undicesimo posto e arriva alla sfortunata semifinale con il Porto, persa solamente negli ultimi minuti di gara.
Dopo un concreto interessamento dello Sporting di Lisbona, Villas Boas passa al Porto nella stagione 2010/2011 e le sorprese non tardano ad arrivare. Si contraddistingue per un carattere molto forte e determinato che i propri giocatori portano in campo ad ogni partita. Il Porto del “Mourinho biondo” è molto più sofisticato rispetto all'originale, sia come preparazione (basata su uno studio maniacale dell'avversario) che come resa sul campo, con un 433 solido, ma anche più votato al gioco d'attacco. Spesso dimostra di avere un modus operandi focoso, che tende ad oltrepassare i limiti a cui siamo abituati ma si dimostra un leader accattivante e di bella presenza. Può essere tranquillamente inserito in quella categoria di giovani allenatori carismatici che stanno ridefinendo l'immaginario collettivo della figura di tecnico. Poco lavoro in palestra, molta palla, tantissima tattica. Lingua lunga, faccia tosta e ciuffo biondo. Molto più che un clone, forse l'erede o meglio l'evoluzione dello Special One.

Ecco le percentuali del sondaggio “Chi è l'allenatore emergente 2010/2011 più interessante” scaduto il 12 febbraio 2011:

1) André Villas Boas (36 %)
2) Jurgen Klopp (24 %)
3) Rudi Garcia (14 %)
4) Roberto Di Matteo (11 %)
5) Unay Emery (6 %)
6) Laurent Blanc (4 %)
7) Juan Carlos Garrido (4 %)
8) Thomas Tuchel (1 %)

Importante fare un cenno agli altri pretendenti del sondaggio. Jurgen Klopp merita di essere accostato ad un progetto di una big futura perché guardare il suo Borussia Dortmund quest'anno è un piacere. Il 45enne tedesco ha dei talenti fantastici come Barrios, Subotic, Hummels, Sahin, Kagawa, Bender, Götze e li fa giocare in maniera spettacolare sfruttandone a pieno le caratteristiche. Il giovane e fantasioso Borussia stupisce e si dimostra come la grande rivelazione della Bundes (un po' come se la nostra Udinese stesse vincendo il campionato italiano).
Rudi Garcia è l'altra rivelazione della stagione 2010/2011. Il Lille del 47 enne francese che guida la Ligue 1, non solo sta mettendo in mostra talenti assoluti come Obraniak, Rami, Landreau e Hazard, ma offre anche un ottimo calcio.
Grande fiducia al nostro Roberto Di Matteo che è stato esonerato alcuni giorni fa dal WBA, pagando la flessione della squadra dopo uno strepitoso avvio di stagione. Roberto è un allenatore capace e preparato che troverà presto un progetto serio e intrigante, speriamo in Italia.
-Ringraziamo tutti i nostri lettori per la cospicua partecipazione al sondaggio.

– Il prossimo sondaggio, a cura di ProssimiCampioni, vi chiede: “Qual'è il dirigente italiano più capace del nostro campionato”?
La scelta andrà tra dirigenti che si sono distinti in questi ultimi anni per grandi colpi di mercato che hanno garantito il raggiungimento degli obbiettivi alle loro squadre.

ProssimiCampioni ha selezionato:

- Adriano Galliani (da oltre 20 anni dirigente del Milan), ha preso Kakà su indicazione di Leonardo per 8,5 milioni di € e rivenduto per 64,5, ha preso gente del calibro di Pirlo, Seedorf e Thiago Silva (10) per pochi spicci rispetto al valore reale. Ha inoltre riportato in Italia il campione svedese Ibrahimovic per 24 milioni di €.

- Marco Branca (da 7 anni dirigente dell'Inter), ha portato all'Inter Cambiasso, Julio Cesar, Maxwell, Pandev a costo zero, Maicon a 6 milioni di €, Lucio a 5 milioni di €, Balotelli (su indicazione di Piero Ausilio) per 200 mila € e rivenduto a 35 milioni di € e Ibrahimovic dalla Juve per 24,8 milioni di €, per poi rivenderlo al Barcellona a 50 milioni più Eto'o.

- Walter Sabatini (dal luglio 2008 al novembre 2010 dirigente del Palermo), ha preso Pastore a 6 milioni di €, Ilicic a 2 milioni e 200 mila €, Bacinovic a 800 mila €, Abel Henandez a circa 7 milioni di €, Pinilla a 4 milioni e 800 mila € e Kasami per pochissime migliaia di €.

- Pietro Leonardi (dal 2004 al 2009 all'Udinese, dal 2009 al Parma), ha portato in Friuli Isla, Alexy Sanchez, Inler, Asamoah, Handanovic con una spesa irrisoria.

- Giuseppe Marotta (da maggio 2002 a maggio 2010 alla Sampdoria, ora alla Juventus), ha preso Cassano dal Real praticamente a costo zero e Pazzini dalla Fiorentina per 9 milioni di €. Ottimi gli acquisti di Poli, Gastaldello e Ziegler. Alla Juve grande intuizione per Sorensen.

- Pantaleo Corvino (dal 98 al 2005 al Lecce e dal 2005 è dirigente della Fiorentina). Nel Lecce ha scoperto Bojinov, Chevanton, Vucinic e Ledesma (tutti presi a pochi spicci). Nel giugno 200 aveva praticamente preso un giovane Berbatov per il Lecce, affare sfumato dopo le visite mediche per il gioco a rialzo del bulgaro. Alla Fiorentina ha portato Frey per 5 milioni, Gamberini per 3, Montolivo per 5, 5 milioni, Toni per 10, Felipe Melo preso a 8 e rivenduto alla Juve a 25, Jovetic per 8 e Cerci per 5 milioni di €. Senza contare i giovani Babacar, Camporese e Lijaic.

- Rino Foschi (dal 2002 al 2008 dirigente del Palermo, da quest'anno è al Padova). Nel Palermo ha lavorato benissimo portando gente del calibro di Toni, Barzagli, Grosso e Zaccardo con un dispendio esiguo. Grande intuizione con Cavani preso per 4 milioni e Kjaer a poche migliaia di €.

- Riccardo Bigon (dal 2009 dirigente del Napoli), ha portato al S.Paolo Edison Cavani per 17 milioni e l'acquisto si è rivelato non solo essenziale per i goal, anche il prezzo del cartellino è raddoppiato. Ottimi gli acquisti di Sosa, Yebda e Dossena. L'ultimo colpo, Victor Ruiz (6 milioni più Datolo) promette faville.

- Giovanni Sartori (dal 92 dirigente del Chievo), è uno dei pincipali fautori del miracolo Chievo. Parlare dei colpi di mercato del Chievo degli ultimi anni è impossibile dato che da oltre 10 anni investe cifre bassissime su giocatori sconosciuti, che poi si rivelano affari. E ogni anno, o quasi rivende i pezzi pregiati e si garantisce il ricambio adeguato. Citiamo gli ultimi colpi Gelson Fernandes, Constant.

venerdì 11 febbraio 2011

Josh McEachran


Nome: Joshua Mark McEachran
Data di nascita: 1 marzo 1993, Oxford
Nazionalità: Inghilterra
Altezza: 1, 79 m
Piede preferito: Sinistro
Squadra: Fc Chelsea – Premier League
Ruolo: Centrocampista centrale
Valore: 3.500.000 €



Se con Wilshere l'Arsenal ha trovato l'erede di Cesc Fabregas, con McEachran il Chelsea ha trovato il nuovo Lampard. Sono paragoni azzardati, ma il talento di questi ragazzi è davvero di primo livello. Dopo aver parlato del ragazzino dei Gunners, oggi parliamo di uno dei più grandi prospetti del settore giovanile Blues, Josh McEachren.
Josh McEachren nasce ad Oxford da genitori di origine scozzese e muove i primi passi nella Oxford Mail Boys League con la maglia dell'Fc Garden City. In questa serie giovanile si fa notare ben presto dai migliori talent scout della Premier e nel 2001 viene invitato dagli addetti del Chelsea ad unirsi al progetto multimilionario di rinnovamento del settore giovanile.

All'età di 8 anni quindi il piccolo McEachran si trasferisce a Londra ed inizia la scalata delle formazioni della squadra di Roman Abramovic con incredibile personalità e velocità. Il ragazzino si distingue per una tecnica di base eccezionale e una propensione a dettare le geometrie a centrocampo. Inizialmente Josh gioca nel ruolo di trequartista mentre con il tempo si disciplina tatticamente e si abbassa al ruolo di regista basso in mezzo al campo. McEachran ha le qualità necessarie per giocare sia in un centrocampo a 4 come centrale, sia in un centrocampo a 3 come centrale ed esterno di sinistra.

Il 25 settembre 2010 dopo un breve periodo nella squadra riserve fa il suo esordio con la squadra di Carletto Ancelotti nel match perso contro il Manchester City. Il 23 novembre dello scorso anno arriva anche il debutto in Champions League nella vittoria contro lo Zilina (4-1), dimostrando davvero un talento da sviluppare e preservare con cura. Ancelotti ritiene già importante il ragazzino e non smette di riempirlo di consigli e dosarne le presenze. Ad ora il centrocampista blues ha collezionato 6 presenze con la maglia della formazione di Terry e compagni.

In nazionale Josh McEachran è diventato un tassello fondamentale nella nuova Under 21 inglese nonostante la giovanissima età (2 ottime presenze ed elogi della stampa d'oltremanica). E' stato il faro dell'Under 17 campione d'Europa di categoria (con Connor Wickham) con 12 presenze e 1 goal. Prima dell'Under 21 ha collezionato anche 4 presenze e 1 goal nell'Under 19.
Il Chelsea punta tantissimo sul talento di questo centrocampista dai piedi raffinati e lo vede come l'ideale sostituto di Lampard nello scacchiere tattico Blues. Dopo Gael Kakuta un'altra grande intuizione degli scout del Chelsea che si sono garantiti un campioncino dal futuro assicurato.

Ecco McEachran al debutto in Champion League contro lo Zilina.


McEachran con la maglia dell'Under 21 inglese.


mercoledì 9 febbraio 2011

Le rimesse di Rory Delap


Chiunque sia un appassionato della Premier League inglese non potrà non ricordare il giocatore a cui è dedicata questa rubrica.Oggi vi parliamo di Rory John Delap, terzino e centrocampista destro dello Stoke City e 11 presenze all'attivo nella nazionale irlandese, conosciuto ai più oltre che per le discrete doti di giocatore di fascia, soprattutto per le sue incredibili rimesse con le mani.

Rory Delap nasce il 6 luglio 1976 a Sutton Coldfield nei pressi di Birmingham da genitori irlandesi. Dopo 6 mesi si trascefrisce con i genitori a Carlisle e sarà proprio con le giovanili della squadra locale che muoverà i primi passi da calciatore e debutterà nel calcio che conta. Nel 98 lo preleva il Derby County che gli garantisce il debutto nella massima serie inglese.Con i bianconeri trascorre tre stagioni per poi trasferirsi nel 2001 al Southampton dove colleziona 132 presenze in 5 esaltanti stagioni condite da 5 reti. Si trasferisce nel 2006 al Sunderland nel quale fatica ad ambientarsi e poco dopo si trasferisce allo Stoke che lo preleva in prestito per poi riscattarlo a fine stagione.
Nello Stoke City dal 2007 ad ora ha collezionato 107 presenze e 4 goal.
Ma veniamo alla dote che lo contraddistingue dagli altri giocatori, la rimessa laterale. Durante gli anni della scuola Rory non emergeva esclusivamente nel calcio, ma aveva un indiscutibile talento nel giavellotto. Talento non solo per la potenza ma anche per la tecnica del lancio, che gli ha permesso di avere un grande futuro da assistman del calcio. La potenza e la precisione dei suoi lanci non sono passati inosservati nei suoi primi anni da professionista e hanno ripetutamente valso un'arma in più alla squadra che arruolava l'irlandese tra le sue fila. stagione 2008/2009 ha favorito, con questa sua specialità, 7 delle prime 13 reti dei “Potters” (Stoke City) nella loro prima stagione in Premier League.
I giovani raccattapalle della squadra biancorossa al Britannia Stadium sono sempre muniti di un asciugamano ciascuno in modo tale da permettere a Rory di asciugare il pallone e far partire i propri bolidi da qualsiasi posizione del campo. La maggior parte delle rimesse nella metà campo offensiva rappresentano occasioni pari se non superiori agli angoli e i tifosi dello Stoke vivono ogni rimessa come una possibilità concreta di fare centro. Tra le vittime illustri di “Rory the Throw” (Rory il lancio), come è stato soprannominato Delap, ci sono L'Arsenal (a più riprese trafitto da conclusioni nate da rimesse del giocatore dello Stoke) e il Chelsea.

David Moyes, allenatore dell' Everton, ha ribattezzato Delap “la fionda umana”, dopo che i “Toffies” sono stati anch'essi vittime di un grande assist dell'esterno dello Stoke, mentre il boss dei “Potters” Tony Pullis sostiene che Delap sia anche un giocatore molto prezioso anche per le sue doti di centrocampista difensivo.
Ad ogni modo la qualità “speciale” di Rory Delap è sotto gli occhi di tutti, tanto che la federazione di Atletica dell'Irlanda vorrebbe proporlo come giavellottista alle Olimpiadi di Londra 2012. Queste le parole del presidente della federazione Mary Coghlan: “Certo, raggiungere lo standard necessario a gareggiare sarebbe difficile, ma non impossibile, e se lui volesse provare davvero a lanciare il giavellotto per l’Irlanda, noi ne saremmo entusiasti”.
L’idea della Federazione è quella di organizzare un incontro fra il giocatore dello Stoke e Terry McHugh, il più grande giavellottista irlandese, nonché, al pari di Delap, asso in più di uno sport, visto che dal 1988 al 2000 partecipò sì a quattro Olimpiadi come giavellottista, ma anche a due Olimpiadi invernali nella specialità del bob. Stando agli amici del calciatore, a lui non dispiacerebbe affatto diventare un olimpionico.

Con i suoi 40 metri di lancio alla velocità di 60 km/h Rory Delap è uno dei giocatori più caratteristici della Premier e siamo sicuri che a più di qualche nostro lettore verrà la curiosità di vedere qualche partita dello Stoke, aspettando una rimessa...




Guardate il "maestro" dal 0:45. Un missile.


Rory the throw


Che cannonata contro l'Arsenal.


Mentre qui Chris Cohen ci spiega come fermarlo !

lunedì 7 febbraio 2011

Uros Cosic


Nome: Uros Cosic
Data di nascita: 24 ottobre 1992, Belgrado
Nazionalità: Serbia
Altezza: 1,87 m
Piede preferito: Destro
Squadra: Stella Rossa di Belgrado (in prestito dal CSKA Mosca)
Ruolo: Difensore centrale
Valore: 250.000 €

La Serbia è sempre stata terra di grandissimi talenti del calcio e nonostante le difficoltà non ha mai mancato di offrire negli anni giocatori importanti per le vittorie delle grandi squadre europee. In difesa la tradizione serba sembra non arrestare mai la fabbrica di talenti e dopo i vari Ivanovic, Kolarov, Vidic, Subotic una moltitudine di ragazzini si apprestano a scalare le posizioni. Uno su tutti Uros Cosic.

Uros Cosic nasce a Belgrado e muove i primi passi nelle giovanili della più gloriosa squadra serba, la Stella Rossa. Nelle formazione campione d'Europa e del Mondo nel 91 il giovane Uros dimostra presto di avere delle caratteristiche difensive da vero fuoriclasse, alimentando le speranze della dirigenza del club di Belgrado nei suoi confronti. Nelle intenzioni dello staff serbo c'è la volontà di ricreare uno zoccolo duro di promettenti calciatori che possano crescere in prima squadra e migliorarne la qualità in modo tale che poi possano salire alla ribalta internazionale ed essere rivenduti a peso d'oro. Ma non avevano ancora fatto i conti con le potenze economiche russe degli ultimi anni.

Nel 2009 arriva il potentissimo (economicamente) CSKA Mosca che durante le numerose operazioni di "rastrellamento" dei migliori talenti dei paesi dell'Est si innamora letteralmente di Uros. Il presidente Evgeny Giner fa carte false per portarlo a Mosca e il ragazzo si convince presto a trasferirsi nelle file di una delle formazioni più titolate della capitale sovietica. Gli addetti del CSKA lo inseriscono nelle giovanili con la speranza di proseguire l'ottimo lavoro svolto con talenti come Dzagoev, Akinfeev e Schennikov ma il ragazzo dimostra ben presto di essere uno di quei giocatori che hanno vita breve nelle fila dei più giovani. Dopo solo un anno di giovanili Cosic viene promosso in prima squadra e durante la stagione 2010 viene spesso portato in panchina senza ancora debuttare in una partita ufficiale. Al termine della stagione 2010 il CSKA decide che il difensore serbo può completare il percorso di maturazione individuale e lo spedisce sei mesi in prestito a casa, alla Stella Rossa di Belgrado dove potrà avere spazio e tranquillità.

Uros Cosic è un difensore potente e agile con un grande agonismo ed un ottimo stacco di testa. Per tutte queste caratteristiche viene paragonato al campione dello United Nemaja Vidic e per l'appunto sembra che il tecnico del Manchester Alex Ferguson sia deciso a provarle tutte per portarlo i Inghilterra. I dirigenti dei Red Devils sembra abbiano già preso i primi contatti con il CSKA ma anche le altre grandi d'Europa sono pronte a mettersi in coda.
Il presidente della squadra di Mosca è deciso però a resistere perché il potenziale di Cosic sembra davvero altissimo, quindi aspettiamoci grande movimento attorno al centrale di Belgrado.

Cosic è un pilastro dell' Under 19 serba con 5 presenze e addirittura 2 goal. Ora è stato convocato con l'Under 21 dove prenderà l'eredita di Subotic e Rajkovic e potrà spiccare il volo verso una svolta della propria carriera. Le premesse sono di ottimo livello quindi teniamo d'occhio questo talento e speriamo che le italiane non se lo facciano scappare. Dopo Nastasic vogliamo anche Cosic.






Pubblicato il 07/02/2011

venerdì 4 febbraio 2011

Laurentiu Branescu


Nome: Laurentiu Costantin Branescu
Data di nascita: 30 marzo 1994, Ramnicu Valcea
Nazionalità: Romania
Altezza: 1,93 m
Piede preferito: Destro
Squadra: Juventus - Campionato primavera
Ruolo: Portiere
Valore: n/d




Che la Juve abbia trovato l'erede di Gigi? E' presto per dirlo ma siamo sicuri di poter dire che portare questo portierino rumeno a Torino, è stata un impresa. Laurentiu Branescu è l'ultimo acquisto della Juventus nel mercato di gennaio 2011 e nonostante l'annuncio sia arrivato piuttosto rapidamente in realtà il lavoro che c'è stato dietro a questo ragazzo è stato davvero difficile ed estenuante.

Branescu cresce dai 7 ai 10 anni nella piccola formazione rumena dell'Fc Telespan '97. Nel 2004 entra a far parte delle giovanili della sua CSM Râmnicu Vâlcea che lo stesso anno riesce a vincere il campionato di terza divisione rumena, approdando nella Lega II. Nell'arco di 5 anni il talento di Laurentiu balza agli onori della cronaca come uno dei prospetti più interessanti del panorama rumeno e il 10 novembre 2009 arriva il debutto in prima squadra in Lega II contro Fc Ariesul Turda. Con la formazione della sua città natale il ragazzino ha totalizzato un gran numero di presenze insediando colleghi più anziani e contribuendo alla salvezza del club con grandi prestazioni.

L'interesse dietro a Branescu non tarda ad arrivare e già nel 2010 in prima fila si presentano Manchester United, Chelsea, Arsenal, Liverpool, Aston Villa, Inter e Juventus. Nonostante la partecipazione del ragazzino rumeno ad uno stage con lo United di due settimane su invito di Ferguson ( nel quale il ragazzo ha pienamente convinto), è la Vecchia Signora a trovare l'accordo con il club rumeno nel gennaio 2011 (900.000 € circa, bonus compresi). Branescu firma con il glorioso club di Torino un contratto di tre anni con opzione di aggiunta biennale e un biglietto per l'Italia in tasca.

In nazionale Branescu ha collezionato 10 presenze con l'Under 15 rumena e altre 10 ad ora con l'Under 17. Proprio l'Under 17 della Romania è valsa al portiere una grande ribalta internazionale essendo stata una delle formazioni più interessanti nelle qualificazioni all'Europeo di categoria. Punteggio pieno per gli uomini del CT Adrian Vasai che anche grazie al capitano Branescu hanno battuto Kazakhiztan, Lichtestein e Bielorussia senza subire reti.

In patria è considerato un vero fenomeno e la sua crescita fisica repentina gli è valsa il simpatico soprannome di "Young Gulliver". E' un portiere sicuro dei propri mezzi e molto rapido nonostante l'altezza. Deve maturare tanto e in una società come la Juventus sicuramente troverà l'ambiente adatto anche se lo descrivono come un ragazzo serio e lavoratore.
Lui è entusiasta del suo approdo alla Juve e i tifosi sognano di aver trovato il degno erede di Buffon. Il tempo ci dirà.




Ecco Branescu con la sua nuova maglia.

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