mercoledì 23 marzo 2011

Fenomeno...


ProssimiCampioni è lieta di dedicare la rubrica di oggi ad uno dei più forti calciatori della storia del calcio, Ronaldo Luís Nazário de Lima o più semplicemente Ronaldo.



Ronaldo nasce a Rio de Janeiro in Brasile il 22 settembre 1976 da una famiglia poverissima di una baraccopoli del quartiere Bento Ribeiro nei sobborghi di Rio. Come tantissimi talenti verdeoro inizia a giocare a calcio per strada, con palloni improvvisati e ben presto dimostra di avere un talento ben più cristallino di quello dei compagni di gioco. Si inizia a mettere in luce nella formazione giovanile del Valqueire ma a 16 anni viene ingaggiato dal São Cristóvão, nelle cui formazioni giovanili milita per 3 anni (dal 91 al 93) segnando la bellezza di 44 goal in 73 incontri disputati. Le prestazioni di questo ragazzino dal potenziale immenso non passano inosservate e il giovane carioca viene ingaggiato dal Cruzeiro di Belo Horizonte con la promessa di passare immediatamente nel calcio professionistico.



Spostatosi nel Sudeste del Brasile il giovane Ronaldo si affaccia al grande calcio brasiliano con una rapidità incredibile per un 17 enne. Disputa la prima stagione tra i pro segnando 12 reti in 14 incontri con l'apice della popolarità di quegli anni raggiunta dopo una tripletta rifilata all'Atletico Mineiro. Inutile dire che l'entusiasmo che si stava creando attorno al campioncino era enorme e le sirene europee iniziavano a farsi sentire. In questi anni non solo si toglie la soddisfazione a livello di club conquistando la Coppa del Brasile con il Cruzeiro ma riesce anche a passare rapidamente tutte le selezioni della nazionale brasiliana fino alla convocazione per il Mondiale americano del 1994 con la Maggiore. (Nella foto qui sotto con la maglia numero 20).



Nel 1994 quindi fa parte della spedizione brasiliana a USA 94, diventando campione del mondo (seppure da riserva di Romario e Bebeto, senza giocare nemmeno un minuto) a 17 anni come il mitico O Rei Pelè.
Il 1994 è anche l'anno dell'arrivo in Europa al PSV Eindhoven in Olanda: mamma Sonia spaventata per il cambiamento così radicale del figlio decide di partire con lui ed abitare assieme ad Eindhoven dove non faticherà ad ambientarsi. Ingaggiato dal PSV per 6 milioni di dollari USA, tra campionato olandese, coppe nazionali e internazionali, Ronaldo in 57 incontri mette a segno 55 gol, 42 dei quali in campionato. In questi due anni di Olanda vince una Coppa d'Olanda e si pone all'attenzione delle big europee che iniziano una corte spietata. Seppur l'Inter era riuscita a strappare un'opzione con il Psv, è il Barcellona a prelevare il giocatore alla formazione biancorossa che lo lascia partire per 30 miliardi di vecchie lire, siamo nel giugno 1996. Nel frattempo non ancora ventenne arriva terzo alle Olimpiadi di Atlanta e a soli tre voti dal Pallone d'Oro (andato a Mathias Sammer del Borussia Dortmund).



In maglia catalana il "Fenomeno", come cominciano a definirlo i media internazionali, esplode tutto il suo talento fatto di una tecnica unica, dribbling ubriacanti, finte e giocate che solo lui riusciva a fare e una velocità e una potenza che lo autenticavano come l'attaccante più forte del Mondo. In Spagna vince il suo primo trofeo internazionale, la Coppa delle Coppe 1996-1997, realizzando il calcio di rigore decisivo per battere 1-0 il Paris Saint-Germain. Con la squadra blaugrana mantiene un rendimento altissimo, segnando 47 reti in 49 partite ufficiali, di cui 34 gol in 37 presenze nella Liga, che gli valgono il titolo di Pichichi. Il mondo del pallone è ai piedi di un ragazzino sul quale aleggia un'aura che solo chi ha scritto la storia del calcio possiede e il Barcellona si gusta quel campione che gli poteva garantire il dominio totale. Ma la dirigenza non aveva fatto i conti con la clausola del suo contratto che lo liberava ad una cifra, considerata esorbitante per l'epoca: 48 miliardi di lire. Vince pure la Confederation Cup con il Brasile nello stesso anno.



Nel 1997 il presidente dell'Inter Massimo Moratti, uno dei principali estimatori del Fenomeno, mette in piedi un'ingente operazione commerciale e paga la clausola di 48 miliardi che portano Ronaldo a vestire il nerazzurro e ad incassare importanti contratti di sponsorizzazione come quello con la Pirelli, che assieme alla Nike ha ricoperto d'oro l'attaccante brasiliano.
Il calciatore giunge a Milano il 25 luglio 1997, accolto con grande entusiasmo dai tifosi e nella stagione 1997-1998 porta l'Inter al secondo posto in campionato, e alla vittoria in Coppa UEFA. A livello personale Ronaldo segna 25 gol in campionato a sole due marcature dal capocannoniere Bierhoff, e conquista il suo primo Pallone d'Oro. Sembra il Ronaldo più forte mai visto e l'intero panorama sportivo aspetta il Mondiale di Francia del 98 per consacrare il Fenomeno nell'olimpo degli dei assoluti di questo sport. Questa rassegna invece, dove il Brasile perde in finale contro i padroni di casa, vede scattare qualcosa di ancora poco chiaro nella testa e nel fisico del campione verdeoro. Nonostante un ottimo mondiale Ronaldo inizia a manifestare problemi fisici e psicologici non ben definiti e sul quale permangono e permarranno sempre e solo suggestioni. (Imbarazzante la famosa discesa dalle scale dell'aereo che riportava il Brasile a casa dopo la finale, dove Ronaldo è apparso goffo e confuso quasi sotto l'effetto di un' anestesia).



In maglia nerazzurra questo rappresenta l'inizio della fine. In una partita con il Lecce nella stagione 98/99 l'attaccante si lesiona gravemente il tendine rotuleo destro e iniziano a sorgere forti dubbi sulle condizioni di recupero completo. Torna in campo nel 2000 dopo una convalescenza difficile e sembra che tutto si sia risolto, ma durante la finale di Coppa Italia contro la Lazio il ginocchio cede nuovamente e spinge il brasiliano nell'oblio (12 aprile 2000).
Il recupero è lento ma costante grazie all'aiuto e alla comprensione di Moratti e ad un equipe medica all'avanguardia. Ronaldo torna nel 2002 e sembra poter tornare a livelli consoni al suo talento. Un pessimo rapporto con l'allenatore dell'Inter Cuper lo allontana dalla compagine meneghina ma la rottura definitiva avviene quando l'Inter perde il campionato 2001/2002 all'ultima giornata nella debacle contro la Lazio (il famoso 5 maggio a favore della Juventus). Sarà l'ultima apparizione in nerazzurro.



Nel Mondiale 2002, che si giocò in Corea del Sud e Giappone, Ronaldo (tornato ai suoi livelli, anche se con un taglio di capelli improponibile) vince la classifica marcatori con 8 gol e si evidenzia come la stella della squadra che arriva in finale per la terza volta consecutiva. Questa volta l'avversaria per il titolo è la Germania, che il Brasile batte 2-0 con due suoi gol. La vittoria mondiale gli vale a fine anno il suo secondo Pallone d'oro (2002) e l'approdo al Real Madrid per una cifra pari a circa 90 miliardi di lire.



Il Fenomeno rimane al Real dal 2002 al 2007 e in 4 stagioni e mezzo con i blancos vanta 177 partite ufficiali con 104 gol e il secondo titolo di Pichichi nel 2004. Vince una Supercoppa Europea, una Coppa Intercontinentale, Un Campionato Spagnolo, una Supercoppa Spagnola. In Spagna cominciano a sorgere dubbi sulla professionalità dell'atleta e sull'alimentazione, testimoniati da un fisico eccessivamente "rotondo" per un professionista. Nonostante l'incisività nelle stagioni delle merengues Ronaldo non attira la simpatia della stampa e la dirigenza inizia a spazientirsi per l'irregolarità nell'impegno in allenamento. Il 30 gennaio 2007, dopo una lunga e complessa trattativa, il Real cede Ronaldo al Milan per la cifra di 8 milioni di euro e il "9" brasiliano torna in Italia ma questa volta sull'altra sponda del Naviglio.



L'esordio in campionato con il Milan avviene l'11 febbraio 2007, vittoria contro il Livorno. Nella giornata successiva, in trasferta contro il Siena, realizza una doppietta nell'incontro vinto dal Milan per 4-3. Infine, nel derby dell'11 marzo 2007, realizza il gol del provvisorio 1-0 contro l'Inter, la quale ha poi vinto l'incontro 2-1. Nel complesso l'acquisto di Ronaldo ha segnato una svolta nella stagione del Milan: con 7 gol in 14 presenze il brasiliano ha dato un apporto decisivo alla rimonta della squadra verso la quarta posizione, necessaria per qualificarsi alla Champions League tramite i preliminari che poi i rossoneri hanno potuto saltare, avendo vinto la massima manifestazione europea per club ad Atene contro il Liverpool. La stagione 2007/2008 si apre con un infortunio alla coscia che gli fa saltare la prima parte di stagione e si chiude ancora peggio con l'altro traumatico infortunio il 13 febbraio 2008 nel quale si rompe il tendine rotuleo del ginocchio (questa volta il sinistro) e viene operato il giorno dopo nuovamente a Parigi (come 8 anni prima). Di fatto si chiude l'esperienza al Milan con 20 presenze e 9 reti. Ronaldo inizia a mostrare anche le prime evidenti problematiche fisiche dettate da un peso eccessivo e una vita non esclusivamente dedita allo sport.



Dopo aver affrontato problemi personali che poco hanno a che fare con il calcio e che sinceramente a noi appassionati non interessano, Ronaldo decide di ripartire dalla sua terra: il Brasile.
Dopo essere stato vicino al Flamengo, la squadra per cui ha sempre fatto il tifo, firma per il Corinthias e con la compagine paulista trascorre un anno e mezzo conquistando un Campionato paulista e segnando 18 reti in 31 presenze. Nonostante una mole fisica inadeguata il campione brasiliano riesce a riconfermare la sua fama e guidare la squadra di San Paolo ad importanti vittorie. Le critiche sul peso sembrano scivolargli addosso ma effettivamente questo gli impedisce di allenarsi correttamente e stare bene. Dopo continui infortuni, di tutti i tipi, Ronaldo annuncia l'addio al calcio (25 febbraio 2011).



Ronaldo ha vinto 2 volte il Pallone d'Oro, 3 volte il FIFA World Player, un Pallone d'Oro dei Mondiali. Con il Brasile vanta 62 goal (secondo solo a Pelè) in 92 incontri. E' il miglior marcatore della fase finale dei Mondiali con 15 centri (uno più di Klose e Gerd Muller).





E' stata un'icona del calcio e dello sport in generale. Ha fatto la fortuna di squadre e sponsor e molti si chiedono dove sarebbe potuto arrivare se fosse stato fisicamente integro. Non sappiamo se sia stato il più grande, in molti lo pensano, ma sicuramente ha cambiato il calcio.

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