venerdì 31 agosto 2012

Patrick Olsen

Nome: Patrick Olsen
Data di nascita: 23 aprile 1994, Copenhagen
Nazionalità: Danimarca
Altezza: 1,80 m
Piede preferito: Destro
Squadra: Inter primavera - Campionato primavera
Ruolo: Centrocampista centrale, regista davanti la difesa
Valore: n/d




La Danimarca è la protagonista di questa settimana di ProssimiCampioni e dopo aver pubblicato Lucas Andersen, giovane esterno offensivo vicino alla Juventus, ecco il profilo di un promettente centrocampista appena acquistato dall'Inter, Patrick Olsen.

Patrick Haakon Olsen nasce a Copenhagen ma cresce ad Amager, isola danese di circa 160.000 abitanti nei pressi della capitale. A 8 anni entra nel settore giovanile del Brondby, importante squadra danese della periferia di Copenhagen nella quale ha militato Peter Schmeichel prima del passaggio allo United. Nella società giallo-blu compie una rapida ascesa fino alla formazione Under 16 nel 2010 che gli permette maggiore visibilità e quindi di entrare nel giro delle selezioni giovanili danesi. Dopo appena una stagione passa subito di categoria entrando a far parte sia del Brondby Under 17 che della Danimarca Under 17 della quale diventa leader del centrocampo. Nell'estate 2011 è titolare al Mondiale messicano Under 17 (vinto poi dal Brasile di Coutinho, Neymar, Juan e Gabriel) nella quale però i danesi faticano e non passano il turno (Brasile e Costa D'Avorio passano il girone). Al termine della rassegna passa nuovamente di categoria con l'inizio della stagione ed entra a far parte dell'Under 19 del Brondby e della nazionale, diventandone anche capitano in alcune occasioni. Dopo essere stato a lungo visionato da Pierluigi Casiraghi (rinomato osservatore dell'Inter, omonimo dell'ex calciatore di Juve, Lazio e Chelsea), viene prelevato ad agosto 2012 per circa 260.000 € più bonus (che potrebbero far lievitare il pagamento a 800.000 €). Il 23 agosto 2011 giunge ad Interello (centro di allenamento dei giovani nerazzurri) per visitare le strutture e firmare un contratto di 3 anni. Olsen chiude il proprio ciclo in patria con 6 presenze e una rete nella Danimarca Under 16, 21 presenze in Under 17 e 11 in Under 19.
I tifosi della formazione danese in seguito hanno manifestato il loro disappunto nei forum del club affermando che il ragazzo sarebbe dovuto rimanere più tempo a Brondby per poi essere rivenduto ad una cifra maggiore. In realtà il ragazzo aveva già rifiutato il prolungamento di contratto, sedotto dai nerazzurri in contatto con il suo procuratore Michael Bolvig, ed alcuni quotidiani danesi sostengono che l'operazione sia stata avallata dalla dirigenza anche per ottenere fondi per l'acquisto del centrocampista Martin Ornskov (26 anni) dei norvegesi Viking Stavanger, acquisto non ancora concluso.

Olsen è un centrocampista centrale molto duttile che abbina qualità e quantità. Il meglio di sé riesce a darlo come regista davanti alla difesa ma può giocare anche più avanzato arrivando addirittura a posizionarsi dietro le punte. E' dotato di un buon fisico ma deve crescere ancora molto per competere in un campionato di alto livello mentre tecnicamente dimostra molta maturità anche se deve migliorare il sinistro. Distribuisce bene il gioco ma si fa sentire anche in fase di interdizione anche se è decisamente presto per dire dove potrà arrivare il giovane centrocampista data la giovanissima età. La personalità certo non gli manca dato che in un'intervista ha rivelato di voler entrare già nel giro della prima squadra per metà stagione e di voler debuttare in serie A entro due anni. La primavera sarà il primo banco di prova per il talento danese.





mercoledì 29 agosto 2012

Al via la Next-Gen Series 2012-2013

Al via quest'estate la seconda edizione di quella che da giornali e tifosi è stata definita la "Champions League" dei giovani, ovvero la Next-Generation Series.
Come molti ricorderanno la precedente edizione è stata vinta dalla Primavera interista guidata all'epoca da Andrea Stramaccioni, attuale tecnico della prima squadra nerazzurra, che ha sconfitto in finale ai calci di rigore gli olandesi dell'Ajax, dopo una finale lunga ed entusiasmante che ha messo in mostra il meglio delle due ottime compagini. 

La formula della competizione è la stessa della passata edizione (vedi l'articolo originale) ad eccezione di alcuni piccoli cambiamenti: le squadre da 16 passano a 24 e saranno divise in sei gironi da quattro.  Le new entry sono: Arsenal, Chelsea, PSG, Anderlecht, CSKA Mosca, Athletic Bilbao, Borussia Dortmund, Olympiacos e la Juventus, mentra il Basilea abbandona la competizione.
I giocatori utilizzabili devono essere nati dal 1 gennaio 1994 in poi, con la possibilità di schierare un massimo di tre fuoriquota che devono essere nati dal 1 gennaio 1993 in poi.


I Gironi

Gruppo 1
Tottenham, Barcellona, Anderlecht, Wolfsburg

Gruppo 2
Manchester City, Juventus, Paris Saint Germain, Fenerbahce

Gruppo 3
CSKA Mosca, Ajax, Molde, Chelsea

Gruppo 4
Sporting, Celtic, PSV, Aston Villa

Gruppo 5
Borussia Dortmund, Inter, Liverpool, Rosenborg

Gruppo 6
Arsenal, Athletic Bilbao, Olympique Marsiglia, Olympiacos


La competizione ha preso il via il 15 agosto con le partite tra Aston Villa e Sporting terminata 3-1 per i lusitani, il pareggio per 1-1 tra Barcellona e Anderlecht e con la vittoria del CSKA sul Molde per 2-1.
Il 22 agosto il Tottenham ha sconfitto in trasferta il Wolfsburg per 3-2, mentre il 28 agosto il Bilbao ha sconfitto 4-0 in casa l'Olympiacos e il CSKA si è imposto per 2-1 sul Chelsea.
Questa sera (29/08/2012 ndr) al via la prima delle italiane in programma, la Juventus, che sul campo "Giuseppe Moccagatta" di Alessandria affronta il Fenerbahce.
Per i campioni in carica dell'Inter l'avvio è previsto per il 19 settembre allo Stadio "Comunale" di Meda contro il Liverpool. Nella stessa data la Juventus affronterà nuovamente ad Alessandria il PSG.
Le restanti date devono ancora essere confermate ma possono essere controllate a questo indirizzo.

Come dimostrato la passata stagione la Next-Gen è un ottimo palcoscenico per i giovani emergenti, come dimostrato dall'Inter visti i molti ragazzi ora presenti in prima squadra. Anche in quest'edizione i nerazzurri puntano alla vittoria affidandosi tra gli altri all'estro e al talento di Lorenzo Tassi, ma anche la Juventus, new entry di quest'edizione non si aspetta certo un ruolo da comprimaria e farà di tutto per bissare il successo nerazzurro. Come tifosi ed appassionati possiamo ritenerci ottimisti per il cammino delle due italiane nella competizione. Visto il lustro e la stima di cui necessita il nostro calcio giovanile ed il mondo del pallone in generale un'ulteriore vittoria sarebbe un segnale forte che il nostro Paese, ed il nostro calcio, non hanno nulla da invidiare al resto d'Europa.

martedì 28 agosto 2012

Risultati 1°giornata Campionato Primavera 2012/2013



Domenica 26 agosto 2012 si è conclusa la prima giornata del Campionato cadetto di serie A ma sabato si è giocata anche la prima giornata del Campionato Primavera. Dopo aver seguito le fasi finali dell’anno scorso con delle belle sorprese e un piatto ricco di talenti che si sono messi in mostra, quest’anno molte rose hanno subito radicali cambiamenti con nuovi innesti dai settori giovanili minori o con l’acquisto di altri giovani talenti. Ricordiamo che quest'anno le rose prevedono il taglio dei classe '92 e impongono l'utilizzo di giocatori non più vecchi della classe '94 con la possibilità di utilizzare 3 elementi del '93 considerati fuori quota. Si ricomincia dunque con dei giovani tutti da scoprire in queste 26 giornate di campionato. Chi riuscirà a soffiare il titolo all’Inter campione 2011/2012?
 

1° Giornata – Risultati GIRONE A 


Grosseto - Genoa 2 - 4
Marcatori: 6' Simić (Genoa), 27' Lupoli (Grosseto), 28' Bottino (Genoa), 47' Biraschi (R) (Grosseto), 59' Held (Genoa), 76' Said (Genoa)

Juventus - Pro Vercelli 3 - 0
Marcatori: 9' Padovan (Juventus), 22' Padovan (Juventus), 37' Beltrame (R) (Juventus)

Novara - Spezia 1 - 3
Marcatori: 27' Franco (Spezia), 30' Damiani (Spezia), 45' Franco (R) (Spezia), 53' Sorrentino (Novara)

Livorno - Cagliari 2 - 3 
Marcatori: 2' Gioè (Livorno), 23' Pusceddu (Cagliari), 48' Suella (Cagliari), 60' Gasbarro (Livorno), 67' Candia (Cagliari)

Fiorentina - Parma 3 - 2
Marcatori: 7' Gulin (Fiorentina), 29' Bernardeschi (Fiorentina), 46' Cocuzza (Parma), 71' Dias (Parma), 86' Gondo (Fiorentina)

Siena - Empoli 0 - 1
Marcatori: 53' Frugoli (Empoli) Sampdoria – Torino (Da disputare il 15/09 alle ore 15:00)

La Juventus non sbaglia la prima di campionato e rifila un sonoro 3 a 0 alla new entry Pro Vercelli nel derby Piemontese, ottima la prestaizone di Padovan che sigla due reti e riparte come aveva concluso lo scorso anno (ricordiamo a tutti i tifosi della Juventus che è possibile seguire tutte le news aggiornate con rubriche approfondite sulla squadra bianconera su SpazioJuve.it).
La Fiorentina vince allo scadere una partita molto combattuta contro un Parma che nonostante il doppio svantaggio non si è mai dato per arreso. Goal e spettacolo a Grosseto per un 2 a 4 che ha permesso al Genoa di portare a casa i 3 punti.


1° Giornata – Risultati GIRONE B 


Bologna - Brescia 2 - 2
Marcatori: 6' Ragnoli (Brescia), 7' Benatti (Bologna), 42' Veratti (Bologna), 72' Morosini (Brescia)

Cesena - Milan 2 - 0
Marcatori: 18' Gravina (Cesena), 23' Yabrè (Cesena)

Padova - Udinese 1 - 1
Marcatori: 37' Medina (Udinese), 75' Voltan (R) (Padova)

Verona - Varese 1 - 0
Marcatori: 37' Verdun Servín (Verona)

Inter - Atalanta 3 - 2
Marcatori: 19' Palma (Atalanta), 24' Forte (Inter), 66' Forte (Inter), 83' Terrani (R) (Inter), 93' Gagliardini (Atalanta)

Modena - Chievo 0 - 3
Marcatori: 44' Franchini (Chievo), 53' Cisotti (Chievo), 93' Da Silva (Chievo)

Cittadella - Sassuolo 1 - 3
Marcatori: 30' Berselli (Sassuolo), 43' Frimpong (Cittadella), 50' Zecchini (Sassuolo), 78' Gomez (Sassuolo)

Ottima la prestazione del Chievo Verona che vince 3 a 0 sul campo del Modena. Male il Milan che stecca la prima perdendo subito tre punti fondamentali per la lotta al vertice (per tutte le news sul Milan seguite SpazioMilan.it). L’Inter comincia bene la stagione vincendo e convincendo con un 3 a 2 in casa contro una buona Atalanta, bella prestazione dell'attaccante Forte che quest'anno prende il posto di Samuele Longo.


1° Giornata – Risultati GIRONE C 


Ternana - Ascolo 3 - 0
Marcatori: (25' Ramberti (Ternana), 37' Amico (Ternana), 59' Russo (Ternana)

Lanciano - Crotone 3 - 5
Marcatori: 4' Cosentino (Crotone), 6' Piccirilli (Lanciano), 27' Barillari (Crotone), 54' Bronzi (Crotone), 60' Leto (Crotone), 62' Mastropietro (Lanciano), 67' Matropietro (Lanciano), 70' Barillari (Crotone)

Reggina - Bari 4 - 0
Marcatori: 32' Condemi (Reggina), 68' Condemi (Reggina), 72' Mariani (Reggina), 74' Maimone (Reggina)

Catania - Juve Stabia 1 - 1
Marcatori: (81' Aveni (Catania), 86' Sorriso (R) (Juve Stabia)

Lazio - Pescara 3 - 0
Marcatori: (11' Tira Catalin S.(Lazio), 47' Cataldi (Lazio), 80' Rozzi (Lazio)

Napoli - Roma 3 - 0
Marcatori: 27' Insigne (R) (Napoli), 38' Insigne (Napoli), 93' Novothny (Napoli)

Vicenza - Palermo (Da disputare il 29/08 alle 14:30)

90 minuti di fuoco per Lanciano – Crotone che si chiude con la vittoria dei calabresi con una bella doppietta dell’attaccante Barillari. Lazio, Napoli e Ternana vincono assieme con un sonoro 3 a 0 alle proprie rivali; ottima prestazione di Roberto Insigne (fratellino di Lorenzo) che trascina i suoi compagni contro una Roma ancora in vacanza.


ProssimiCampioni vi terrà aggiornati ogni settimana con risultati e statistiche di ogni giornata sul Campionato Primavera 2012/13.

lunedì 27 agosto 2012

Lucas Andersen

Nome: Lucas Andersen
Data di nascita: 13 settembre 1994, Aalaborg
Nazionalità: Danimarca
Altezza: 1,85 m
Piede preferito: Destro
Squadra: Aalborg BK, Superligaen
Ruolo: Ala destra, esterno destro
Valore: 750.000 €




La Danimarca è da sempre terra di ottimi calciatori e la nuova generazione, dalla classe 90 in poi, promette davvero tantissimo. Oggi vi parliamo di un talento giovanissimo ma già con una discreta esperienza in prima squadra, Lucas Andersen, gioiello dell'Aalborg e uno dei più promettenti talenti dell'interessantissima Danimarca Under 19.

Lucas Andersen nasce ad Aalborg, nel nord della Danimarca, iniziando la propria giovane carriera nell'Aalborg Freja, squadra militante nelle serie minori danesi. Il passaggio nella prima squadra della città, l'Aalborg Bk è una logica conseguenza delle sue ottime doti e nella seconda metà della stagione 2010/2011 viene aggregato giovanissimo alla prima squadra. Il debutto arriva il 5 marzo 2011 nel pareggio casalingo contro il Silkeborg (1-1) e il ragazzo gioca 2 minuti diventando il secondo più giovane debuttante della massima serie danese (16 anni, 5 mesi e 22 giorni). Quindici giorni dopo gioca 45 minuti nella vittoria esterna contro il Lyngby (1-2) e inizierà a far parte in pianta stabile nella rosa dei convocati terminando la stagione con 11 presenze. L'annata 2011/2012 inizia nel segno della continuità, 22 presenze e 2 assist totali con la soddisfazione della prima rete ufficiale (a 17 anni e 8 mesi) arrivata alla penultima giornata del campionato nella sconfitta esterna per 3-2 contro il Lyngby. La stagione appena iniziata l'ha visto sempre titolare nelle 2 presenze dell'Aalborg che ha pareggiato 1-1 contro Aarhus e vinto in casa 2-1 contro il Brondby (prima rete dei biancorossi proprio di Andersen). Numeri importanti per un ragazzo non ancora maggiorenne che ha all'attivo 35 presenze totali nella massima serie in una stagione e mezzo ad alto livello. Ha fatto tutta la trafila delle selezioni danesi: 7 presenze e una rete in Under 16, 20 presenze e 2 reti in Under 17, una in Under 18 e 4 presenze in Under 19.

Andersen è un'ala destra d'attacco che è stato spesso impiegato anche nella posizione di seconda punta. Può ricoprire anche il ruolo d'esterno destro in un centrocampo a 4 ma conserva l'attitudine offensiva che gli rende difficile i ripiegamenti in difesa. Dotato di un fisico importante che gli ha consentito di giocare fin da giovanissimo tra i pro, possiede un buon tocco di palla unito ad una grande rapidità. Deve ancora mettere su muscoli per campionati di grande livello ed ha bisogno di giocare ancora molto per acquisire quella cattiveria agonistica giusta per i top team ma ha tutte le caratteristiche per diventare importante. Pecca ancora molto in fase realizzativa e dimostra di essere più un uomo assist che bomber ma in prospettiva possiamo paragonarlo ad un André Schurrle della fascia destra (per la capacità di ricoprire il ruolo, la duttilità e le caratteristiche fisiche), anche se la strada per arrivare a quei livelli è ancora lunghissima e piena di incognite.

Il ragazzo interessa a tantissimi club europei di fascia alta. Su di lui ci sono principalmente Liverpool, Juventus, Borussia Dortmund e Ajax. Gli inglesi sembravano vicinissimi al suo acquisto su grande pressione di Dalglish ma dopo l'esonero del tecnico il trasferimento è saltato. Di recente si sono fatte insistenti le voci di una Juventus fortissima sul giocatore, con addirittura un accordo già trovato con Lucas e in fase di elaborazione con l'Aalborg per la prossima stagione, ma ancora nessuna conferma ufficiale. Certo sarebbe un gran bel colpo per la società di Agnelli che si assicurerebbe un talento di sicuro avvenire. Questa stagione sarà importante per l'ala offensiva che potrà giocare titolare nella Superligaen e maturare ulteriormente nel cammino che lo vede fare la differenza nei massimi campionati del Vecchio Continente.




sabato 25 agosto 2012

Concluso il sondaggio: "Quale sarà l'attaccante debuttante più interessante del prossimo campionato?"



Samuele Longo si aggiudica il sondaggio che vi chiedeva quale sarà l'attaccante debuttante più interessante del prossimo campionato. Vi abbiamo presentato Longo in passato e per questa occasione riprendiamo la descrizione tecnica della punta nerazzurra classe 92 originaria di Valdobbiadene (TV), campione d'Italia primavera 2011/2012 e campione d'Europa Under 19 nella Next Generation Series 2012. E' un attaccante di movimento, corre molto per la squadra sia in fase offensiva che di pressing in non possesso palla. E' una punte forte fisicamente, abile nel proteggere il pallone e nel gioco di sponda, inoltre gioca molto bene tra gli spazi. Deve migliorare dal punto di vista finalizzativo, troppo spesso infatti sbaglia gol "facili" davanti la porta, anche a causa del tanto movimento e della conseguente poca lucidità, anche se a volte è capace di giocate veramente incredibili e di gol di pregevolissima fattura. Come affermato da Stramaccioni durante un'intervista deve allenare il suo istinto da "Killer", sotto porta deve essere più freddo e spietato. E' dotato di un buon tiro, mancino, potente e preciso. Dispone di un'ottima tecnica personale ed è molto abile nei dribbling, anche se a volte capita che si perda in giocate un po fini a se stesse.
Nel sondaggio ha battuto Immobile e Dybala che si apprestano a debuttare nella massima serie con le medesime ambizioni: giocare più minuti possibili e mettere dentro il maggior numero di palloni possibili senza troppe pressioni al debutto.

Ecco le percentuali del sondaggio concluso il 25 agosto 2012:

Samuele Longo (32%)
Ciro Immobile (24%)
Paulo Dybala (22%)
Isaac Boakye (13%)
Marco Sau (9%)

Le recenti notizie di mercato vogliono Longo vicino ad un prestito secco all'Espanyol, eventualità che gli consentirebbe di giocare con continuità in un campionato ad alto livello e ripetere l'esperienza che tanto bene pare aver fatto a Coutinho la scorsa stagione. Vedremo il suo impatto nella Liga.
Come detto in precedenza assieme al bomber trevigiano salgono sul podio due giovani interessanti come Ciro Immobile (Genoa) e Paulo Dybala (Palermo). Immobile essendo un classe 90 e con alle spalle la bellezza di 28 reti in serie B la scorsa stagione è più pronto rispetto al collega rosanero sia fisicamente che per esperienza. Il baby argentino debutta in un campionato europeo in un'ottima squadra che gli consentirà di maturare senza troppe pressioni.

Il prossimo sondaggio di ProssimiCampioni vi chiede: "qual'è il miglior 91 in circolazione ?"
Le opzioni sono:

- Eden Hazard (Chelsea)
- Thiago Alcantara (Barcellona)
- Oscar (Chelsea)
- James Rodriguez (Porto)
- Mattia Destro (Roma)
- Xherdan Shaqiri (Bayern Monaco)



venerdì 24 agosto 2012

Marquinhos

Nome: Marcos Aoas Correa
Data di nascita: 14 maggio 1994, San Paolo
Nazionalità: Brasile
Altezza: 184cm
Piede preferito: Destro
Squadra: AS Roma - Serie A
Ruolo: Difensore centrale
Valore: 750.000€



La  Roma durante la campagna acquisti ancora in corso ha deciso di puntare fortemente sui giovani talenti, e proprio in quest'ottica ha ingaggiato un allenatore che da sempre sa lavorare e valorizzare molto bene i ragazzi, Zdenek Zeman.Oggi andiamo ad analizzare un nuovo giocatore giallorosso del reparto arretrato, un classe '94 di cui gli addetti ai lavori e gli esperti del campionato brasiliano parlano molto bene: Marcos Correa in arte Marquinhos.

Marcos nasce in una delle capitali brasiliane, e mondiali, del calcio: San Paolo. Una città che da ospitalità ad alcune delle più grandi squadre di tutto il Paese verdeoro, come ad esempio il Corinthians, una delle storiche società che da i natalia proprio al neo acquisto romanista. Marcos inizia a giocare nelle giovanili del Timao nel 2002, all'età di soli otto anni, e percorre tutta la trafila arrivando a giocare con i ragazzi più grandi anche grazie al suo fisico formato. All'inizio del 2011 viene convocato in prima squadra per prendere parto al ritiro pre-stagionale, ma in seguito viene inserito nella formazione "B" del Timao e vi gioca per tutta la stagione.
Il salto di categoria arriva all'inizio del 2012 quando viene nuovamente convocato per il ritiro estivo con la prima squadra, ma questa volta vi resta a tutti gli effetti, a parte un piccolo ritorno nelle giovanili nel mese di gennaio per prendere parte alla vincente spedizione in Copa São Paulo de Futebol Júnior. Al termine della competizione torna nella rosa a disposizione di Tite, mister del Corinthians. Marcos inizia a collezionare presenze in prima squadra durante tutto il Campionato Statale Paulista fino ad arrivare al debutto nella massima serie brasiliana alla prima giornata da titolare contro il Fluminense, partita che purtroppo per il difensore termina con una sconfitta. Nelle due partite successive è in panchina prima di tornare in campo nuovamente da titolare nella sfida in casa del Gremio. E' titolare anche nelle due sfide successive rispettivamente con Ponte Preta e Palmeiras, ma il Corinthians non ha iniziato la stagione nel migliore dei modi ed il giovane talento deve lasciare spazio a giocatori più esperti, racimolando in seguito un'altra presenza nell'undici iniziale contro lo Sport Recife, incontro nel quale realizza anche un assist, e cinque minuti finali nella vittoria casalinga contro l'Internacional, prima del suo trasferimento nella capitale.
Il cammino più importante, nel quale però non è stato fra i protagonisti è nella vittoria del Timao della Copa Libertadores lo scorso luglio contro il Boca. Il giocatore è sempre stato in panchina ma risulta chiaramente tra i vincitori, e per sua stessa ammissione ha imparato moltissimo da quell'esperienza.
Nel mese di luglio viene inserito nella lista delle riserve della Nazionale Olimpica che ha calcato i campi inglesi, prima di trasferirsi a Roma per volere esplicito dello stesso Zeman. Il giocatore arriva alla corte del boemo in prestito oneroso con diritto di riscatto fissato a un milione e mezzo.

Marcos è un giovane dall'ottimo potenziale che ricalca lo stereotipo del difensore brasiliano moderno, abile tecnicamente, dotato di un ottimo senso della posizione e che fa dell'anticipo la sua arma migliore. Il pregio principale del paulista è sicuramente il saper leggere molto bene lo svolgersi dell'azione al fine di poter intervenire tempestivamente in fase di chiusura. Sicuramente avrà molto da imparare per potersi confrontare con le migliori squadre del nostro calcio ma le caratteristiche per sfondare ci sono tutte. Nonostante sia un ottimo colpitore di testa non è mai riuscito ad imporsi in gol su situazioni di calcio da fermo, ma in fase difensiva risulta un elemento molto importante a sua disposizione. Dal punto di vista atletico è un giocatore formato, abbastanza rapido e scattante unisce bene atletismo e potenza fisica. Per quanto riguarda l'aspetto tecnico lo si può definire un vero brasiliano, anche se bisogna rapportarsi al suo ruolo in campo. Ha un piede educato ed una buona visione, ma non lo si può e non lo si deve considerare un regista arretrato alla Thiago Silva, peraltro suo idolo e modello.

Marquinhos può contare fino ad oggi 15 presenze in Under 17, di cui tralatro è anche capitano. A breve non è da escludere un salto di categoria, e molto dipende anche dall'impatto che avrà con il calcio italiano in questa stagione.

Marcos (e non Marquinhos sulla maglietta per non confondersi con il connazionale Marquinho) ha scelto il numero 3 in giallorosso, e Zeman pare intenzionato a dare fiducia al giovane anche se sarà difficile vederlo titolare nella prima sfida di campionato in casa contro il Catania. Sicuramente la Roma si è aggiudicata un ottimo prospetto difensivo che se coltivato bene potrà dare molte soddisfazioni ai tifosi giallorossi.


mercoledì 22 agosto 2012

Joey Barton, il Bad Boy che non ti aspetti


Oggi vi presentiamo un giocatore che in Inghilterra ha riempito le pagine dei quotidiani purtroppo non per le sue (ottime) qualità tecniche, ma a causa di un'aggressività preoccupante e di un carattere violento che spesso oltrepassa i limiti. Stiamo parlando di Joey Barton, centrocampista dei Queens Park Rangers, croce e delizia, ma soprattuto croce, del tecnico Mark Huges e di tutti i predecessori che lo hanno allenato. Barton è un personaggio interessante perché unisce ad atti di violenza e aggressività ingiustificabili, dimostrazioni di sensibilità ed intelligenza, curiose soprattutto se rapportate ad una personalità da "bad boy" universalmente riconosciuta.
Joey Barton nasce a Liverpool il 2 settembre 1982 da una famiglia numerosa (con 3 fratelli). A 14 anni i genitori si separano e Barton si trasferisce con il padre, costruttore di tetti, a casa della nonna. Quest'ultima impedisce al nipote di cadere nella trappola della droga, diffusa nei ragazzi del quartiere, ma le compagnie del giovane rimangono piuttosto discutibili. Dopo il diploma, preso con voti eccellenti, Barton è una promessa del calcio e del rugby ma la palla ovale non è la sua grande passione. Inizia a giocare nel settore giovanile dell'Everton e svolge un provino, poi fallito, con il Nottingham Forrest (viene giudicato troppo esile per il calcio). La determinazione del giovane atleta lo porta al Manchester City nel 1997 (a 15 anni) nel quale parte la scalata fino al debutto in prima squadra nell'aprile del 2003 (7 presenze totali al termine della stagione). Il City gli offre un contratto da professionista e la grande stagione gli vale pure la convocazione in Under 21. La sua carriera sembra in ascesa ma ci metterà poco tempo a farsi conoscere per altre qualità oltre al calcio.


Nel 2003/2004 viene nominato come il migliore giovane del club dai tifosi, ma cominciano le bizze per le mancate convocazioni in squadra e i primi cartellini rossi in campo. Il 25 luglio 2004 scatena una rissa con dieci uomini in una partita amichevole contro il Doncaster Rovers mentre alla festa di Natale comincia la vera escalation delle follie del ragazzo di Liverpool. Un giocatore del settore giovanile (Jamie Tandy), in preda ai fumi dell'alcol, tenta di dare fuoco alla camicia di Barton che per tutta risposta gli spegne una sigaretta nell'occhio beccandosi 60.000 sterline di multa dalla società. Nel maggio 2005 arriva un'altro episodio spiacevole: investe un pedone alle 2 del mattino fratturandogli una gamba. Il centrocampista inizia a farsi un nome e la società, fin troppo paziente, inizia a stufarsi del suo comportamento eccessivo, nonostante venga protetto dal tecnico Keegan e goda di qualità tecniche indiscutibili. Nella pre-season 2005/2006 viene rispedito a casa dal ritiro in Thailandia dopo aver preso a botte un quindicenne tifoso dell'Everton che lo stava insultando (120.000 sterline di multa) ed in autunno entra in una scuola per il controllo della rabbia, la clinica Sporting Chance. A gennaio 2006 presenta una richiesta scritta di trasferimento al City ma il nuovo tecnico Pearce rifiuta un'offerta del Middlesbrough e gli rinnova il contratto. Il suo comportamento sembra aver tratto beneficio dalle cure della clinica ma a settembre 2006 ecco una nuova follia: mostra il sedere ai tifosi dell'Everton e prende 2.000 steriline di multa dalla federazione. Dopo la sconfitta ai Mondiali tedeschi dell'Inghilterra contro il Portogallo (ai quarti ai rigori), critica le scelte del C.t dicendo che non è possibile giocare sempre con il 4-4-2 e in particolare il centrocampo inglese che lui considera vecchio.
A dispetto dei suoi colpi di testa e delle sue dichiarazioni, le sue qualità in campo si notano (roccioso recupera palloni dotato di piede raffinato) e a febbraio 2007 viene convocato con l'Inghilterra per le qualificazioni mondiali, ricevendo l'appoggio di Steven Gerrard nonostante le critiche mosse nei suoi confronti dallo stesso Barton in precedenza.
A marzo 2007 viene accusato di aggressione ad un tassista di Liverpool ma la cosa peggiore avviene poco dopo quando al seguito di una lite in allenamento, aggredisce il compagno Ousmane Dabo (ex Inter e Lazio) colpendolo ripetutamente al petto e soprattutto al volto. Il giocatore francese, rimasto incosciente, è stato portato d'urgenza in ospedale con profonde ferite al volto ed un distaccamento della retina dell'occhio sinistro. Dopo la denuncia e il processo il giocatore è stato condannato a quattro mesi di carcere con pena sospesa, 3.000 sterile di risarcimento a Dabo e spese processuali. A questa si aggiunge la condanna della federazione per condotta violenta e squalifica per 12 partite con multa di 25.000 sterline.



Lasciata Manchester Barton approda al Newcastle per circa 6 milioni e mezzo di € con la speranza che Sam Allardyce, tecnico dei Magpies, gli desse una raddrizzata. Le premesse non sono le migliori: squalificato dopo condotta violenta in una amichevole con il Carlisle United, allontanato un mese sempre per condotta violenta e successivamente gamba stampata sulla coscia dell'avversario Etuhu del Sunderland in un match ufficiale. Dopo aver apertamente criticato dei compagni di squadra il 27 dicembre 2007 viene arrestato dalla polizia in seguito ad un incidente avvenuto alle 5.30 del mattino: Barton si è reso protagonista di un'aggressione, un video di sicurezza lo filma mentre prende a pugni un uomo e fa saltare i denti ad un ragazzo assieme a fratello, cugino e fidanza del cugino. Si dichiara colpevole e ammette problemi con l'alcol, viene condannato e trascorre 77 giorni di detenzione (rilasciato 10 28 luglio 2008). Il rientro in campo contro l'Arsenal coincide con una lite con Nasri.
Dopo altre espulsione e comportamenti violenti, litiga con Alan Sherer (che aveva sostituito Allardyce) e termina la stagione con la retrocessione in Premiership Division. Alcuni infortuni ne frenano il rendimento ma con Nolan e Guthrie forma un centrocampo eccellente che permette ai bianoconeri di Newcastle di tornare dopo appena una stagione in Premier. Dopo una buona stagione condita da 4 reti e 8 gialli in 32 presenze il rapporto con la squadra volge al termine (rimane però famoso il pugno gratuito a Pedersen lontano dagli occhi dell'arbitro). Ad agosto 2011 si svincola e passa al Queens Park Rangers di Londra.



Con il QPR non basta la fascia di capitano a responsabilizzarlo e rimedia due espulsioni assurde oltre che attaccare tutti apertamente. La seconda in particolare avviene all'ultima decisiva partita di Premier dello scorso anno 2011/2012: lo United e lo Stoke si giocavano titolo e salvezza proprio ai danni di City e QPR che si affrontavano a Manchester. Barton viene alle mani con Tevez che viene steso con una manata, poi riesce a dare una ginocchiata ad Aguero di spalle rischiando in seguito un contatto con Kompany. Fortunatamente per il QPR la sconfitta in extremis non lo porta in Premiership ai danni dello Stoke che rimedia un 2-2 con i Red Devils. 
La cosa sconvolgente di Barton non è solo il carattere terribile ma anche i momenti di brillante lucidità, sensibilità e onestà che non ridimensionano le problematiche e la gravità delle sue azioni ma che rendono la sua figura piuttosto curiosa. Barton è un grande lettore di grandi filosofi, Nietzche su tutti (rendendosi protagonista di discussioni filosofiche pubbliche attraverso social network), e di grandi classici (celebri le riflessioni sugli scritti George Orwell). Barton è descritto come un papà amorevole e presente, in contrapposizione alla figura diseducativa che mostra dentro (e spesso fuori dal campo). Di recente si è speso in favore della tutela degli omosessuali dichiarandosi favorevole al coming-out di colleghi anche del mondo del pallone. Ha partecipato ad un documentario della BBC che raccontava la storia di Justin Fashanu (la cui storia è già stta pubblicata su ProssimiCampioni) ed ha sostenuto la sorella rivelando di essere molto sensibile all'argomento avendo uno zio giovane omosessuale. Questo atteggiamento divide gli opinionisti che criticano la sua ambiguità tra bene e male ed esaltano la genialità di certe riflessioni. Sembra addirittura che nei test del quoziente intellettivo egli abbia raggiunto risultati sbalorditivi (come Frank Lampard), addirittura corrispondenti ad una mente geniale. Risultati che vanno a cozzare con episodi che nulla hanno a che fare con la ragione e che nascondono problematiche per certi versi sociopatiche. Joey Barton è comunque destinato a far discutere e a dimostrazione di ciò citiamo un Tweet fatto dallo stesso giocatore a commento della morte di Gary Speed: "Il suicidio è un mix di tragedia, egoismo, un atto terribile (voglio credere prevedibile)". Dopo le critiche nei confronti di questo commento (giudicate insensibili verso Speed), il giocatore non ha voluto scusarsi affermando di essere triste per la famiglia. Alla prossima puntata di un giocatore che combatte contro se stesso. 


Nella foto con la sorella di Fashanu nel documentario BBC.

lunedì 20 agosto 2012

Sebastián Sosa

Nome: Sebastián Sosa Sánchez
Data di nascita: 13 marzo 1994, Melo
Nazionalità: Uruguay
Altezza: 183cm
Piede preferito: Destro
Squadra: US Palermo - Serie A
Ruolo: Punta centrale
Valore: 2.000.000€




Il Palermo di Zamparini da sempre ha avuto molta fortuna con i giovani giocatori sudamericani ed in particolare uruguaiani. Il caso Cavani è il più emblematico di tutti, anche se in seguito la sua carriera è derfinitivamente decollata al Napoli di De Laurentiis, e come non citare Abel Hernandez in rampa di lancio per la definitiva consacrazione. Durante questa campagna acquisti i rosanero hanno deciso di continuare a puntare sui giovani attaccanti sudamericani dal grande potenziale, ed in quest'ottica bisogna valutare gli acquisti di Paulo Dybala, e dellagiovane punta che andremo ad analizzare: Sebastián Sosa. 

Sebastián nasce Melo, una piccola cittadina nel nord del Paese, che vanta una buona tradizione calcistica. Suo padre, Heberley, è un ex calciatore che ha vestito le maglia di alcune delle più grandi squadre uruguaiane come il Penarol, il Nacional ed il River Plate (omonima della storica formazione argentina, uno dei club più titolati dell'Uruguay). Heberley ha passato al figlio oltre alla passione per il calcio le caratteristiche di attaccante che hanno contraddistinto la sua carriera. Il giovane Sebastián inizia a giocare all'età di otto anni nel Melo Wanderers, la seconda squadra della sua città, e vi resta fino al 2010 quando decide di entrare nel settore giovanile del Cerro Largo, che di li a poco a tempo avrebbe conquistato una storica promozione nella Primera Divisiòn. La giovane punta viene subito inserita nella formazione Under 19, nonostante i soli sedici anni, grazie soprattutto al suo fisico già formato. Dopo una sola stagione nella formazione giovanile viene promosso in prima squadra agli ordini di Wilmar Cabrera, ex-giocatore di ruolo attaccante con all'attivo più di 20 presenze con la maglia "Celeste" oltre a tre campionati uruguaiani ed una Coppa Libertadores nel suo palmares. Il mister ha notato il potenziale del ragazzo e le sue qualità sotto porta e decide di convocarlo per le prime partite del Campionato Apertura, facendolo debuttare il 3 settembre 2011 in casa del CA Felix alla quarta giornata. Torna in seguito in campo il 9 ottobre in casa del River Plate, nell'occasione gioca un intero tempo siglando la sua prima marcatura da professionista con un colpo di testa. Alla fine del Campionato Apertura totalizzerà 4 reti in 8 partite, con una pregevole doppietta all'ultima giornata.
Durante la pausa del campionato iniziano ad arrivare le prime chiamate da parte delle più rinomate squadre della capitale. Il penarol in particolare sembra molto interessato al ragazzo, ma al termine di lunghe trattative il Cerro Largo riesce a trattenere il giovane per almeno tutta la durata del Campionato Clausura che inizia con la punta titolare nelle prime partite anche se non riesce a trovare subito la via del gol. Si sblocca alla sesta giornata segnando contro il Nacional e si ripete la partita successiva realizzando una doppietta al Rampla Juniors. Al termine del Clausura gioca tutte e 15 le partite realizzando 5 gol e 1 assist.
Al termine del campionato riprendono tutte le voci di mercato sul ragazzo, ma questa volta si inseriscono anche squadre europee con il Napoli particolarmente interessato a colui che in patri è definito l'erede di Cavani, sia per caratteristiche che per attitudini. I partenopei trovano subito l'accordo con il giocatore, ma nel frattempo si inserisce il Palermo di Zamparini che si accorda subito con il Cerro Largo sulla base di due milioni per il trasferimento ed in seguito il ds Cattani raggiunge l'accordo anche con il padre-manager di  Sebastián. 

Come accennato per caratteristiche Sebastián ricorda molto il suo connazionale Cavani, anche se è un giocatore più d'area di rigore rispetto al "Matador". Ha sempre giocato prima punta dapprima affermandosi grazie alle ottime qualità fisiche ed in seguito grazie ad una tecnica personale molto valida. Il pregio migliore del ragazzo è la cattiveria sottoporta, segno distintivo dei grandi attaccanti. Non gli piace molto svariare lungo la linea dell'attacco, preferisce essere un punto di riferimento offensivo cercando la miglior occasione per bucare la difesa avversaria, con la forza o di tecnica. Dispone inoltre di un valido colpo di testa, una freccia in più alla sua faretra. Per adattarsi al gioco italiano deve sicuramente essere più predisposto al fraseggio con la squadra ed al sacrificio in fase di ripiego, è tutt'altro che da escludere un periodo di ambientamento nella Primavera rosanero prima di potersi confrontare nella massima serie. 

Dopo le ottime prestazioni nella massima serie uruguaiana è stato convocato dal CT della Selezione Under 20, Juan Verzeri, realizzando una sola presenza fino ad oggi. 

Il Palermo ha sicuramente acquistato due dei milgiori prospetti offensivi sul mercato. Sebastián Sosa e Paulo Dybala sono due attaccanti completi che potrebbero fare la fortuna dei rosanero negli anni a venire.



sabato 18 agosto 2012

Il personaggio: Paolo Maldini


Dopo la prima puntata, dedicata a Gabriel Omar Batistuta, torna la nostra rubrica dedicata ad un grande personaggio del mondo del calcio. Oggi vi parliamo di uno dei difensori più forti della storia del calcio italiano, il simbolo del Milan Paolo Maldini.

Vi sono pochi casi nei quali il figlio di un grande sportivo abbia superato le gesta del padre, ma questo è il caso della famiglia Maldini. 
Il genitore Cesare Maldini è stato un grande giocatore del Milan con alle spalle 11 anni di carriera, disputando 347 partite; è stato anche capitano della nazionale nella stagione1962-1963 e con il Milan ha vinto 4 campionati , una Coppa Latina e ha alzato al cielo una Champions League battendo il Benfica di Eusebio in finale a Wembley. Certamente non era facile riuscire a superare un cosi grande campione e bandiera ma Paolo ce l’ha fatta. I risultati parlano chiaro: 7 Campionati Iitaliani, 5 Supercoppe Italiane e una Coppa Italia, 5 Champions League, 5 Supercoppe Uefa, 2 Supercoppe Intercontinentali e una Coppa del Mondo per Club. La grande fame di vincere di questo giocatore lo ha portato ad entrare nelle leggenda di un grande club e del suo sport. 


Ma partiamo con ordine: la sua carriera inizia il 20 gennaio 1985 quando ancora sedicenne subentra in un match contro l’Udinese. L’anno successivo, a soli 17 anni, diventa già titolare e indossa la maglietta che poi verrà ritirata dal Milan, ovvero la numero 3. Nella stagione 1997-1998 indossa la fascia da capitano, subentrando al grandissimo Baresi. Sì, perché Maldini non è stato in squadra a fianco ad un capitano qualunque, ma proprio a colui che la gente ricorda come forse il miglior difensore italiano di sempre. Paolo è stato capace di farsi amare, nonostante tutto, più di Franco Baresi, lasciando un ricordo indelebile nella memoria di tutti. Un'incomprensione che ai più è sembrata assurda ha rovinato il suo addio a San Siro (Milan vs Roma 2-3) dove un settore della curva Sud del Milan lo ha contestato (non ha mai legato con quella parte della tifoseria). Tra i suoi ricordi più belli il grande terzino ricorda la finale di Champions League vinta contro la Juventus ai rigori nel 2003. Diverse volte ha vinto questa competizione ma la grande festa di aver battuto, ricorda, in finale la sua più grande rivale ha dato un sapore diverso alla vittoria. Inoltre questa è stata la sua prima coppa dei campioni alzata da capitano e proprio allora ricorrevano i 40 anni da quando suo padre la aveva alzata. 
Il 16 febbraio 2008 ha raggiunto le 1000 partite da professionista, vero e proprio motivo di vanto oltre al fatto di avere il record di presenze in serie A, ovvero 647. Il 24 maggio 2009 Paolo ha giocato per l’ultima volta a quella che lui definisce come la sua casa. In occasione di ciò ai tifosi sono state distribuite sciarpe commemorative e album di figurine. In più il Milan ha disputato quella partita con indosso la maglietta dell’anno successivo con una patch commemorativa raffigurante il suo volto e la scritta “Tre solo per te”. 


La grande maturità che lo ha sempre contraddistinto lo ha accompagnato durante tutta la sua vita. In una intervista lui stesso racconta: ”Non sono mancino e per questo papà mi spronava sempre a migliorare il sinistro, facendomi calciare ore e ore contro il muro. Così, già in quegli anni ho cominciato a capire quanto sia importante il lavoro quotidiano, l'esercizio, l'allenamento per poi essere nelle migliori condizioni in partita”. 
E’ sempre stato dotato di un'ottima tecnica: il pallone veniva sempre accarezzato con un eleganza fuori dal comune per un difensore. Grandissimo era il suo senso della posizione e il contrasto, per non parlare della tranquillità e sicurezza che denotavano i suoi interventi. Inizialmente Maldini giocava come terzino destro ma al momento del suo approdo in prima squadra quel posto era già occupato. La grande occasione era lì che lo aspettava: la fascia sinistra era scoperta. Allora per non perdere il treno Paolo si è allenato giorno e notte con il piede sinistro, con il quale era comunque capace, fino a farlo diventare quasi il suo piede naturale. L’esigenza e l’occasione lo hanno quindi portato ad un livello diverso da altri giocatori: lui infatti nella sua carriera si è adattato a giocare in tutti i ruoli della difesa senza peccare in nessuno di questi. Numerosi sono le partite in cui ha dovuto stoppare un pallone alzato a campanile e il mondo in cui lo controllava lo faceva sembrare molto più simile ad un attaccante che ad un difensore. Adesso Maldini si dedica ai figli e alla sua vita privata, ritagliandosi anche tempo per se stesso. 


Ora infatti pratica boxe e calcio a sette il sabato alle undici, con gli amici più cari. Lui stesso afferma che in difesa non gli piace giocare, preferendo ora stare un po’ più avanti per sfruttare la tecnica. Ci sono state delle proposte lavorative per farlo rimanere all’interno del mondo del calcio ma lui dopo 25 anni di carriera non ne ha voluto saper e preferisce rimanere, almeno fisicamente, al di fuori di questo ambiente. In molti gli hanno sempre chiesto se lui non abbia avuto il rimpianto di non aver vinto il Pallone d’Oro ma lui ha sempre ricordato che alla fine il vero senso del calcio si racchiuda nel collettivo. Le vittorie non si raggiungono senza lottare e sudare tutti insieme e se il Milan ha vinto tanto molto lo deve anche a lui. L’unico vero rimpianto che riesce a trovare è non avere vinto un trofeo con la maglia della nazionale. Era capitano nel mondiale del 2002 e non vuole ricordare le ingiustizie della partita contro la Corea del Sud. La partita veramente che non riesce a dimenticare è la finale del 1994 persa contro il Brasile. La sua carriera si è svolta solo esclusivamente al Milan, dai 10 ai 41 anni passando annate straordinarie e non, conquistando trofei e gloria. In molto lo hanno dato per giocatore finito dopo il mondiale per club del 2007 ma lui ha dimostrato esattamente il contrario, che di benzina ne aveva ancora molta. La grandezza di Paolo Maldini sta nell’essere sempre stato umile e non aver mai abbandonato una sfida, anche quando in molti erano contro di lui. Emblematico lo striscione che la curva dell'Inter gli ha dedicato il giorno dell'addio “Maldini: da 20 anni nostro rivale ma nella vita sempre leale”.


venerdì 17 agosto 2012

Leon Goretzka

Nome: Leon Goretzka
Data di nascita: 6 febbraio 1995, Bochum
Nazionalità: Germania
Altezza: 1,89 m
Piede preferito: Destro
Squadra: VfL Bochum - 2.Bundesliga (Serie B tedesca)
Ruolo: Centrocampista centrale
Valore: 600.000 €




La Germania è senza dubbio il Paese nel quale i giovani calciatori hanno maggiore spazio ad alto livello. Questa mentalità parte dall'alto e si riflette fino alle leghe minori, basti pensare alla nazionale di Joachim Low che, eccetto il bomber Klose (34) e il portiere Neuer (26), non convoca giocatori che superano i 25 anni di età (Gotze, Draxler e ter Stegen nemmeno i 20). Oggi vi parliamo di un centrocampista giovanissimo che ha già debuttato nella Zweite Liga (la serie B tedesca) ed è destinato a diventare una colonna della Germania che verrà, parliamo di Leon Goretzka del Bochum.

Leon Goretzka nasce a Bochum ed entra nel 1999 (a 4 anni) nella scuola calcio dilettantistica del Werner SV Bochum 06 (7° divisione tedesca). Dopo 3 anni viene notato dagli scout del Bochum che lo portano nel proprio settore giovanile e inizia un processo di crescita costante che nel giro di 11 anni lo porta dai bambini al debutto tra i professionisti. Dopo una rapida ascesa Goretzka viene convocato con la Germania Under 16 (10 presenze e 2 reti) per poi passare alla selezione Under 17 della quale è diventato leader e capitano (17 presenze e 5 reti). Nella stagione 2011/2012 è entrato a far parte del giro della prima squadra, allenandosi spesso con i compagni più grandi. Il debutto arriva all'inizio di questa stagione, il 4 agosto 2012, partendo titolare nel match casalingo contro la Dynamo Dresden. Dopo il vantaggio ospite con Poté, al minuto 52 arriva il goal del pareggio proprio di Goretzka che al debutto sigla la prima rete con i professionisti (deviando di testa un cross di Iashvili) e rilanciando la propria squadra che a 5 dal termine troverà la vittoria con Freier. Goretzka ha appena vinto anche un importante premio istituito dalla federazione tedesca, la medaglia d'oro Fritz-Walter Under 17. Le medaglie Fritz-Walter (oro, argento e bronzo) vengono assegnate alle tre categorie giovanili tedesche Under 17, Under 18, Under 19 e donne. Lo scorso anno la medaglia d'oro Under 19 è stata vinta da ter Stegen, mentre quella Under 18 da Draxler.

Leon Goretzka è un centrocampista centrale completo, all'occorrenza mediano davanti la difesa ma anche più avanzato fino ad una posizione più offensiva. E' molto forte fisicamente e nonostante l'altezza piuttosto rapido nei movimenti. Tecnicamente molto valido, calcia bene con entrambi i piedi anche se deve migliorare il sinistro. Bravissimo negli inserimenti senza palla e soprattutto di testa, non disdegna il tiro da fuori sia di potenza che a giro. E' ancora presto per fare grandi proclami ma crediamo che abbia davvero un potenziale da top player perché abbina alla forza e alla tecnica un grande carattere, una personalità da leader.

A giugno 2012 l'Inter è entrata pesantemente sul ragazzo cercando di portarlo a Milano ma il centrale, che il Bochum non vuole assolutamente cedere, ha preferito rimanere in Germania nel Bochum per la sua crescita, declinando anche un'offerta del Borussia Dortmund. Ora su di lui ci sono tutte le più grandi squadre europee con l'Arsenal che sta tentando in tutti i modi di bloccarlo per poi portarlo a Londra in futuro. Sembra impossibile che il ragazzo vada via quest'anno, anche perché una stagione tra i pro da titolare sarebbe ottima, come sembra difficile possa essere prelevato e lasciato in prestito anche perché la squadra allenata da Bergmann sa di avere tra le mani una possibile miniera d'oro. Vedremo se il Bochum e il giocatore resisteranno alle sirene delle "big", siamo di fronte ad un talento che potenzialmente potrebbe diventare un campione.  






mercoledì 15 agosto 2012

ProssimiCampioni a UDINESE-CHIEVO


Ieri (14 agosto 2012) ProssimiCampioni ha assistito a bordocampo alla partita amichevole tra Udinese e Chievo Verona disputata a Mogliano Veneto (TV) e terminata con il punteggio di 2-2. Chievo raggiunto due volte nel duplice vantaggio dato da Luciano e Moscardelli, di Domizzi e Faraoni le reti friulane.

Purtroppo non abbiamo potuto ammirare Muriel e Fabbrini,  due "prossimicampioni" impegnati con le nazionali, ma le squadre hanno mostrato qualche volto nuovo che non ha certo sfigurato. Meglio gli scaligeri, più ordinati e attenti, abili nelle ripartenze e nelle verticalizzazioni. Nel secondo tempo la squadra di Guidolin è cresciuta, complice un calo della formazione di Di Carlo, ma ha comunque faticato a produrre calcio. Ottimo Puggioni in due grandi interventi che salvano il Chievo, grande esordio del "neo prossimo campione" Pawlowski a difendere i pali bianconeri (ieri però con la seconda divisa arancione). Il polacco, non perfetto nell'uscita che porta al goal di Luciano (buco clamoroso di Pasquale), si è riscattato parando un rigore a Thereau e ripetendosi alla grande nella ribattuta da pochi passi di Rigoni. Nel secondo tempo ha avuto meno lavoro ma ha risposto presente ad una bella punizione di Luciano. Faraoni è partito timido ma è cresciuto nel tempo ed ha trovato un grande goal in apertura di ripresa battendo in rete al volo un bel cross di Pasquale (salvo poi fallire poco dopo sotto porta la rete del vantaggio). Da segnalare l'ottima partita del neo clivense Isaac Cofie (ghanese classe 91 che arriva dal Sassuolo ma in comproprietà con il Genoa che lo ha girato a Di Carlo nell'affare Acerbi). In mezzo al campo non ha buttato un pallone offrendo qualità e quantità alla manovra della squadra ben gestita dalla coppia Guana-Rigoni. Al termine del match splendida conclusione nel neo acquisto dell'Udinese Allan (91 che arriva dal Vasco da Gama) che dai 30 metri scaglia un destro che si stampa sulla traversa e batte sulla linea di porta per poi essere bloccato da un incolpevole Puggioni. Grandi applausi per le due squadre, un pareggio che mostra un Chievo pronto per la stagione e qualche preoccupazione in più per Guidolin in vista del preliminare di Champions contro il Braga. Con i nazionali e più convinzione speriamo che i friulani riescano a superare i portoghesi, tifiamo tutti per loro!



ProssimiCampioni con Pawlowski che ieri ha parato un rigore a Thereau e salvato il punteggio a più riprese.

Allan (neo acquisto dal Vasco da Gama)


BUON FERRAGOSTO A TUTTI da PROSSIMICAMPIONI !

lunedì 13 agosto 2012

Wojciech Pawlowski

Nome: Wojciech Pawlowski
Data di nascita: 18 gennaio 1993, Koszalin
Nazionalità: Polonia
Altezza: 1,90 m
Piede preferito: Destro
Squadra: Udinese Calcio - Serie A italiana
Ruolo: Portiere
Valore: 700.000 €




L'Udinese dell'ultimo decennio ha dimostrato ampiamente di meritare la palma come miglior club italiano per la ricerca di giovani talenti. A dispetto di un settore giovanile che non decolla, l'efficiente rete di scout e il coraggio di lanciare giocatori sconosciuti dopo importanti cessioni, hanno reso il club dei Pozzo una delle più importanti realtà del panorama europeo nella scoperta di prospetti pronti per il calcio che conta. Con la cessione di Handanovic all'Inter Guidolin ha perso uno dei più forti portieri in Europa ma l'Udinese conta di avere tra le mani una generazione che nel tempo possa non far rimpiangere lo sloveno. Se per quest'anno la porta sarà inizialmente affidata al serbo Brkic (rientrante dal prestito al Siena anche se sembra non convincere a pieno), occhio alla crescita di Romo (classe 90 venezuelano) ma soprattutto del giocatore di oggi, il nuovo acquisto Pawlowski, giovane portiere dell'Under 21 polacca.

Wojciech Pawlowski cresce nel Baltyk Koszalin dal 2006, club calcistico facente parte di una sorta di polisportiva (KKPN Baltyk) nella quale si insegna calcio, tennis e atletica e che interviene nelle scuole della città per promuovere l'attività sportiva. Nelle giovanili del club della sua città natale, che milita nella quarta serie polacca, inizia a farsi notare e viene acquistato nel febbraio 2010 dalla più blasonata Lechia Gdansk (Serie A polacca, Ekstraklasa) per la cifra di 5.000 €. Prosegue la sua crescita nelle giovanili del club per poi essere promosso in prima squadra nella stagione successiva. Debutta nella massima serie il 30 settembre 2011, nel pareggio casalingo contro il GKS Belchatow. Due mesi dopo è una valida alternativa al titolare Malkovski, tanto da sostituirlo alla grande da marzo a giugno 2012 dopo un infotunio alla mano del titolare. Disputa la bellezza di 16 match, mantenendo la porta inviolata per 321 minuti (record per un debuttante, battuto il detentore Fabianski dell'Arsenal che lo aveva stabilito ai tempi del Lech Poznan). La rapida ascesa gli vale prima la convocazione in Under 19 (2 presenze) e poi la convocazione in Under 21 (una presenza nella sconfitta per 0-1 contro la Bulgaria). Il 3 luglio 2012 viene acquistato dall'Udinese (anche se inizialmente era stato preso per il Granada, sempre di proprietà dei Pozzo) per circa 500.000 € (più bonus legati a presenze e debutto) e viene aggregato alla prima squadra friulana di Guidolin. Il tecnico veneto ha potuto ammirarlo in ritiro ed ora sembra orientato a metterlo in concorrenza con Romo per il ruolo di secondo portiere per inizio stagione.

Pawlowski è un portiere potente e dall'ottima esplosività. E' abile nelle uscite basse e legge bene le traiettorie tra i pali ma deve migliorare molto sulle uscite alte, problema comune a quasi tutti i giovani portieri. Tecnicamente deve crescere molto, le sue parate devono essere più efficaci per un campionato come quello italiano ma la buona personalità e l'indiscutibile talento lo possono portare lontano. Uno dei suoi modelli è il connazionale Boruc anche se in prospettiva può crescere molto di più del portiere viola. All'Udinese potrà avere la fiducia giusta per crescere e conquistarsi il posto sia nel nostro campionato che in nazionale anche perché a parte Szczesny dell'Arsenal (non sempre affidabile), la Polonia non offre portieri di spicco. L' Udinese potrebbe aver trovato il nuovo Handanovic e la Polonia un nuovo talento dopo Lewandowski, Kuba e il giovane Wolski.

Come andra' l'Udinese con Pawlowski nella prossima stagione? Scommetti su tutte le partite della squadra, vai su quote scommesse ora, e vinci!




venerdì 10 agosto 2012

Bernard

Nome: Bernard Anìcio Caldeira Duarte
Data di nascita: 8 settembre 1992, Belo Horizonte
Nazionalità: Brasile
Altezza: 162cm
Piede preferio: Destro
Squadra: Clube Atletico Mineiro - Brasilerao
Ruolo: Trequartista centrale-sinistro
Valore: 3.000.000€




Il Brasile, calcisticamente parlando, è il Paese dell'estro e della fantasia. Il luogo dove risiede l'anima del gioco. Da sempre la scuola verdeoro propone giocatori molto tecnici e grandi talenti soprattutto a livello offensivo. Uno dei più rappresentativi degli ultimi anni è sicuramente Ronaldinho, uno dei migliori giocatori di sempre, che ha fatto della tecnica e della fantasia le sue armi migliori. Oggi l'ex Barcellona e Milan gioca nel suo Paese, precisamente all'Atletico Mineiro. Nella stessa squadra, e nella stessa zona di campo, gioca con lui un giovane talento brasiliano che si sta affermando proprio in questo periodo nella massima serie. Un classe '92 che già diverse squadre hanno provato ad acquistare in virtù del doppio passaporto brasiliano e spagnolo, oltre chiaramente alle sue doti.

Bernard entra nelle giovanili del Mineiro nel 2006 e per quattro anni percorre tutta la trafila delle varie squadre a livello giovanile. Nel 2010 passa in prestito al Democrata-MG, una squadra del campionato statale mineiro, dove realizza 14 marcature nelle varie partite minori del torneo prima di tornare ai bianconeri e di essere inserito nella lista della prima squadra. Debutta con la squadra della sua città il 24 marzo 2011 contro l'Uberaba, partita del Campionato Mineiro. Il 21 maggio dello stesso anno fa il suo debutto nella massima serie brasiliana contro l'Atletico Paranaense. Chiude la sua prima stagione da professionista con 23 presenze e 4 assist all'attivo nel Brasilerao.
L'inizio della stagione successiva lo vede ancor più protagonista: segna la sua prima rete contro il Boa Esporte il 29 gennaio 2012; a maggio guida la sua squadra alla conquista del Campionato statale Mineiro con una doppietta nelle ultime partite. Parte da titolare in tutte le partite del campionato brasiliano, giocando accanto a Ronaldinho, spesso da trequartista sinistro o all'occorrenza da seconda punta. Il 9 giugno realizza l'assist decisivo per la vittoria per 1-0 in casa del Palmeiras. Due partite dopo, il 23 giugno, è autentico protagonista e mattatore nell'incontro casalingo contro il Nautico aprendo le marcature dopo soli tre minuti e realizzando poi un assist nella partita vinta per 5-1. La partita successiva, in casa del Gremio, è autore di una giocata d'alta scuola che gli vale l'assist per il gol decisivo di Jô. Un doppio "sombrero" in seguito ad un calcio d'angolo di Ronaldinho seguito da un tocco delizioso per l'attaccante che non può sbagliare. Due settimane dopo è ancora in gol contro la Figueirense dove realizza la marcatura del momentaneo 3-3 prima del gol di Guillherme che consegna la vittoria all'Atletico.  Un altro assist l'incontro successivo contro l'Internacional, orfano di Leandro Damiao per le Olimpiadi, prima di arrivare alla grande prestazione in casa dello Sport Recife dove realizza un assist a Ronaldinho per il secondo gol dei suoi, un assist a Jô che firma il 3-1 e poi un gol con un bel destro che ferma il risultato sul 4-1. 
Finora la stagione sta dando molte soddisfazioni al Mineiro ed ai suoi tifosi, e Bernard è sicuramente uno degli elementi chiave e in maggior forma di tutto l'undici titolare. Finora nelle prima 15 partite del Brasilerao ha realizzato 14 presenze, 3 gol e 6 assist. 

La chiave del gioco di Bernard è la velocità unita alla grande agilità vista la stazza ridotta. Dispone di una tecnica di prim'ordine e di un'ottima visione di gioco. Nasce trequartista centrale ma per caratteristiche, soprattutto fisiche, viene dirottato sulla fascia nel 4-2-3-1 degli "alvinegro". Le misure sono, o meglio potrebbero sembrare, il punto debole del centrocampista. E forse proprio per la bassa statura e la poca fisicità il suo nome non è mai stato accostato a big del calcio italiano ed europeo, ma la chiave del gioco di Bernard è proprio qui. E' un autentico motorino di fascia che spinge con inserimenti, anche centrali, ed apre brecce nelle difese avversarie. La sua velocità è l'arma più temibile per i difensori che faticano a tenere il suo passo. Inoltre la sua tecnica, prelibata persino in Brasile, gli permette di avere le doti da assist-man che si possono notare nei tabellini delle sue partite. 

Ad oggi Bernard non ha convocazioni con Nazionali giovanili verdeoro, soprattutto perchè per lui "l'esplosione" è arrivata tardi rispetto agli standard brasiliani. Sicuramente dovesse continuare su questa linea per il resto della stagione non mancheranno convocazioni da Under 20 o 21. 

L'unica notizia riguardo ad un suo trasferimento risale alla scorsa stagione quando il Presidente dell'Atletico ha dichiarato di aver rifiutato un'importante offerta pervenuta dalla Russia. Sicuramente il doppio passaporto del giovane, unito alle sue caratteristiche lo rendono un pezzo pregiato del mercato a livello di giovani e non solo. Da sempre i Paesi dell'est come Russia o Ucraina sono molto attenti alle giovani perle brasiliane che ancora non convincono la altre squadre europee. Anche Bernard rischia di fare la stessa "fine" prima di poter affrontare campionati dal livello più alto per poter puntare alla Nazionale, anche se ora l'ipotesi più accreditata lo vuole in Brasile a tempo indeterminato proprio per potersi giocare una chance per il 2014. 




La giocata incredibile contro il Gremio

mercoledì 8 agosto 2012

Jean-Marc Bosman, l'uomo che ha cambiato il calcio

Jean-Marc Bosman, indirettamente, è una delle persone che hanno maggiormente influenzato e determinato il calcio attuale e moderno. Indirettamente perché lui stesso è la principale vittima del suo cambiamento, cercato e voluto per esigenze personali, ma che alla fine ha fatto contento molte persone nel mondo del pallone eccetto lui.
La storia di Bosman inizia nel 1990 quando era un giocatore, di ruolo centrocampista, nell'RFC Liegi. Cresciuto calcisticamente nello Standard Liegi, con 20 presenze nelle varie Nazionali giovanili belghe nel curriculum sembra destinato ad una buona carriera in Jupiler League (la massima serie belga) e non solo. Proprio nel 1990, alla scadenza del contratto che lo legava al Liegi, lo cerca il Dunkerque, squadra francese del Nord-Passo di Calais situata ad una manciata di chilometri dal Belgio. Il centrocampista è molto interessato al trasferimento e trova subito l'accordo con la società transalpina, ma il Liegi non lo lascia andare facilmente. La società vallona pretendeva una contropartita economica per liberare il giocatore, una specie di risarcimento, nonostante nessun tipo di contratto legasse il giocatore alla squadra. Il Dunkerque non fece un'offerta ritenuta adeguata e dunque il trasferimento non andò in porto. Nel frattempo Jean-Marc venne messo fuori squadra con l'ingaggio ridotto del 60%. Fu allora che il giocatore denunciò l'accaduto alla Corte di Giustizia Europea in Lussemburgo, accusando la UEFA ed il suo sistema di trasferimenti di impedirgli di fatto la libertà di movimento nei Paesi della Comunità Europea come lavoratore, in contrasto con quanto garantito dall'articolo 39 del trattato di Roma che regolamenta proprio la libera circolazione dei lavoratori.

La battaglia, legale, di Bosman si protrae fino al 1995 quando, precisamente il 15 dicembre, la Corte di Giustizia Europea da ragione al giocatore e come sancito dalla sentenza, che da allora tutto il mondo del calcio conosce come "Sentenza Bosman", venne permesso a tutti i giocatori  nelle stesse condizioni di Bosman di trasferirsi gratuitamente alla fine del loro contratto, nel caso di un trasferimento da un club appartenente a una federazione calcistica dell'Unione Europea. Inoltre, un calciatore può firmare un pre-contratto con un altro club, sempre a titolo gratuito, se il contratto attuale ha una durata residua inferiore o uguale ai sei mesi.
Alle leghe della Comunità Europea, invece, venne proibito di porre un limite massimo di giocatori stranieri per squadra. All'epoca infatti la UEFA proibiva nelle competizioni internazionali di schierare più di tre stranieri per squadra. In seguito al caso Bosman per i cittadini dell'Unione Europea, o chi fosse in possesso di un passaporto della stessa, queste regolamentazioni non avevano più alcuna validità.

Da allora il calcio professionistico è completamente cambiato. Precedentemente molte società vivevano di fatto grazie ai trasferimenti dei loro giocatori non dovendosi preoccupare degli svincolati ma dal 1995 questo sistema è venuto meno. Molti danno la colpa alla Sentenza Bosman di alcuni dei problemi più grandi del mondo del pallone, come ad esempio il grande potere che hanno assunto giocatori e procuratori nei confronti delle squadre che invece hanno maggiori problemi nelle progettazioni a lungo termine. Queste problematiche sono più attuali che mai come possiamo vedere dal caso di Robin Van Persie, attaccante dell'Arsenal che andrà in scadenza di contratto con i Gunners la prossima estate e si sta protraendo in un lungo braccio di ferro con la sua società vista la sua volontà di trasferirsi. Gli stessi procuratori hanno assunto maggior potere avendo maggior controllo sui club.

Tutti questi problemi non si possono però additare unicamente ad una sentenza, peraltro corretta e sacrosanta. Nel 2005 il direttore generale dell'UEFA dichiarò: "La sentenza Bosman non è certamente la causa di tutti i mali che affliggono il calcio europeo, ma distrusse alcuni puntelli che la classe dirigente aveva creato volutamente, non per elevare il calcio al di sopra della normativa UE, ma per preservare la natura speciale di questo nostro sport e impedire fenomeni degenerativi. Da allora i trasferimenti si sono moltiplicati a dismisura e il denaro entrato nel calcio ha privato gradualmente i club della loro identità locale. Alcuni club più furbi si sono avvantaggiati, ma sono una minoranza. Il divario fra ricchi e meno ricchi si è ampliato e questo può solo andare a discapito delle varie competizioni, rendendole meno interessanti".
Tutto questo ha sicuramente una parvenza di verità ma è altrettanto vero che esistono squadre che continuano a sopravvivere grazie ad investimenti oculati ed una politica giovanile di alto livello. Queste società hanno anche dimostrato come la sentenza Bosman non intacchi un'idea di allevamento di talenti locali.  E' anche vero che è nello spirito della Comunità Europea, e di un'ideale di meritocrazia, che vengano favoriti i migliori talenti, di qualunque Paese dell'UE essi siano.

In conclusione la sentenza Bosman ha regolamentato nel mondo del calcio ciò che avviene anche nella "vita comune". I problemi nel pallone sono molti, ma non sarebbe giusto, ne legale, addebitare tutto o gran parte alla sentenza Bosman.

Ma al termine di tutto che fine ha fatto Jean-Marc Bosman?
Durante il processo fece poche, e brevi, apparizioni in serie minori francesi e nella terza divisione belga. Dall'emanazione della sentenza non ha più trovato lavoro nel mondo del calcio a suo dire per colpa dell'ostracismo delle varie squadre del suo Paese. Tutto ciò lo fece cadere vittima dell'alcolismo dal quale riuscì a disintossicarsi nel Natale del 2007. Da allora afferma di essere povero e vive grazie ad un sussidio statale. Il risarcimento dovuto nel processo si è perso nelle varie spese legali ed inoltre la promessa partita di celebrazione si è tenuta a Lille davanti ad un modesto pubblico di duemila persone.

La sentenza Bosman ha cambiato, nel bene e nel male, il mondo del pallone. Ha cambiato la vita di molte persone e addetti ai lavori, ma la vittima principale è proprio colui a cui si deve il più grande cambiamento del calcio moderno: Jean-Marc Bosman.


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