mercoledì 22 agosto 2012

Joey Barton, il Bad Boy che non ti aspetti


Oggi vi presentiamo un giocatore che in Inghilterra ha riempito le pagine dei quotidiani purtroppo non per le sue (ottime) qualità tecniche, ma a causa di un'aggressività preoccupante e di un carattere violento che spesso oltrepassa i limiti. Stiamo parlando di Joey Barton, centrocampista dei Queens Park Rangers, croce e delizia, ma soprattuto croce, del tecnico Mark Huges e di tutti i predecessori che lo hanno allenato. Barton è un personaggio interessante perché unisce ad atti di violenza e aggressività ingiustificabili, dimostrazioni di sensibilità ed intelligenza, curiose soprattutto se rapportate ad una personalità da "bad boy" universalmente riconosciuta.
Joey Barton nasce a Liverpool il 2 settembre 1982 da una famiglia numerosa (con 3 fratelli). A 14 anni i genitori si separano e Barton si trasferisce con il padre, costruttore di tetti, a casa della nonna. Quest'ultima impedisce al nipote di cadere nella trappola della droga, diffusa nei ragazzi del quartiere, ma le compagnie del giovane rimangono piuttosto discutibili. Dopo il diploma, preso con voti eccellenti, Barton è una promessa del calcio e del rugby ma la palla ovale non è la sua grande passione. Inizia a giocare nel settore giovanile dell'Everton e svolge un provino, poi fallito, con il Nottingham Forrest (viene giudicato troppo esile per il calcio). La determinazione del giovane atleta lo porta al Manchester City nel 1997 (a 15 anni) nel quale parte la scalata fino al debutto in prima squadra nell'aprile del 2003 (7 presenze totali al termine della stagione). Il City gli offre un contratto da professionista e la grande stagione gli vale pure la convocazione in Under 21. La sua carriera sembra in ascesa ma ci metterà poco tempo a farsi conoscere per altre qualità oltre al calcio.


Nel 2003/2004 viene nominato come il migliore giovane del club dai tifosi, ma cominciano le bizze per le mancate convocazioni in squadra e i primi cartellini rossi in campo. Il 25 luglio 2004 scatena una rissa con dieci uomini in una partita amichevole contro il Doncaster Rovers mentre alla festa di Natale comincia la vera escalation delle follie del ragazzo di Liverpool. Un giocatore del settore giovanile (Jamie Tandy), in preda ai fumi dell'alcol, tenta di dare fuoco alla camicia di Barton che per tutta risposta gli spegne una sigaretta nell'occhio beccandosi 60.000 sterline di multa dalla società. Nel maggio 2005 arriva un'altro episodio spiacevole: investe un pedone alle 2 del mattino fratturandogli una gamba. Il centrocampista inizia a farsi un nome e la società, fin troppo paziente, inizia a stufarsi del suo comportamento eccessivo, nonostante venga protetto dal tecnico Keegan e goda di qualità tecniche indiscutibili. Nella pre-season 2005/2006 viene rispedito a casa dal ritiro in Thailandia dopo aver preso a botte un quindicenne tifoso dell'Everton che lo stava insultando (120.000 sterline di multa) ed in autunno entra in una scuola per il controllo della rabbia, la clinica Sporting Chance. A gennaio 2006 presenta una richiesta scritta di trasferimento al City ma il nuovo tecnico Pearce rifiuta un'offerta del Middlesbrough e gli rinnova il contratto. Il suo comportamento sembra aver tratto beneficio dalle cure della clinica ma a settembre 2006 ecco una nuova follia: mostra il sedere ai tifosi dell'Everton e prende 2.000 steriline di multa dalla federazione. Dopo la sconfitta ai Mondiali tedeschi dell'Inghilterra contro il Portogallo (ai quarti ai rigori), critica le scelte del C.t dicendo che non è possibile giocare sempre con il 4-4-2 e in particolare il centrocampo inglese che lui considera vecchio.
A dispetto dei suoi colpi di testa e delle sue dichiarazioni, le sue qualità in campo si notano (roccioso recupera palloni dotato di piede raffinato) e a febbraio 2007 viene convocato con l'Inghilterra per le qualificazioni mondiali, ricevendo l'appoggio di Steven Gerrard nonostante le critiche mosse nei suoi confronti dallo stesso Barton in precedenza.
A marzo 2007 viene accusato di aggressione ad un tassista di Liverpool ma la cosa peggiore avviene poco dopo quando al seguito di una lite in allenamento, aggredisce il compagno Ousmane Dabo (ex Inter e Lazio) colpendolo ripetutamente al petto e soprattutto al volto. Il giocatore francese, rimasto incosciente, è stato portato d'urgenza in ospedale con profonde ferite al volto ed un distaccamento della retina dell'occhio sinistro. Dopo la denuncia e il processo il giocatore è stato condannato a quattro mesi di carcere con pena sospesa, 3.000 sterile di risarcimento a Dabo e spese processuali. A questa si aggiunge la condanna della federazione per condotta violenta e squalifica per 12 partite con multa di 25.000 sterline.



Lasciata Manchester Barton approda al Newcastle per circa 6 milioni e mezzo di € con la speranza che Sam Allardyce, tecnico dei Magpies, gli desse una raddrizzata. Le premesse non sono le migliori: squalificato dopo condotta violenta in una amichevole con il Carlisle United, allontanato un mese sempre per condotta violenta e successivamente gamba stampata sulla coscia dell'avversario Etuhu del Sunderland in un match ufficiale. Dopo aver apertamente criticato dei compagni di squadra il 27 dicembre 2007 viene arrestato dalla polizia in seguito ad un incidente avvenuto alle 5.30 del mattino: Barton si è reso protagonista di un'aggressione, un video di sicurezza lo filma mentre prende a pugni un uomo e fa saltare i denti ad un ragazzo assieme a fratello, cugino e fidanza del cugino. Si dichiara colpevole e ammette problemi con l'alcol, viene condannato e trascorre 77 giorni di detenzione (rilasciato 10 28 luglio 2008). Il rientro in campo contro l'Arsenal coincide con una lite con Nasri.
Dopo altre espulsione e comportamenti violenti, litiga con Alan Sherer (che aveva sostituito Allardyce) e termina la stagione con la retrocessione in Premiership Division. Alcuni infortuni ne frenano il rendimento ma con Nolan e Guthrie forma un centrocampo eccellente che permette ai bianoconeri di Newcastle di tornare dopo appena una stagione in Premier. Dopo una buona stagione condita da 4 reti e 8 gialli in 32 presenze il rapporto con la squadra volge al termine (rimane però famoso il pugno gratuito a Pedersen lontano dagli occhi dell'arbitro). Ad agosto 2011 si svincola e passa al Queens Park Rangers di Londra.



Con il QPR non basta la fascia di capitano a responsabilizzarlo e rimedia due espulsioni assurde oltre che attaccare tutti apertamente. La seconda in particolare avviene all'ultima decisiva partita di Premier dello scorso anno 2011/2012: lo United e lo Stoke si giocavano titolo e salvezza proprio ai danni di City e QPR che si affrontavano a Manchester. Barton viene alle mani con Tevez che viene steso con una manata, poi riesce a dare una ginocchiata ad Aguero di spalle rischiando in seguito un contatto con Kompany. Fortunatamente per il QPR la sconfitta in extremis non lo porta in Premiership ai danni dello Stoke che rimedia un 2-2 con i Red Devils. 
La cosa sconvolgente di Barton non è solo il carattere terribile ma anche i momenti di brillante lucidità, sensibilità e onestà che non ridimensionano le problematiche e la gravità delle sue azioni ma che rendono la sua figura piuttosto curiosa. Barton è un grande lettore di grandi filosofi, Nietzche su tutti (rendendosi protagonista di discussioni filosofiche pubbliche attraverso social network), e di grandi classici (celebri le riflessioni sugli scritti George Orwell). Barton è descritto come un papà amorevole e presente, in contrapposizione alla figura diseducativa che mostra dentro (e spesso fuori dal campo). Di recente si è speso in favore della tutela degli omosessuali dichiarandosi favorevole al coming-out di colleghi anche del mondo del pallone. Ha partecipato ad un documentario della BBC che raccontava la storia di Justin Fashanu (la cui storia è già stta pubblicata su ProssimiCampioni) ed ha sostenuto la sorella rivelando di essere molto sensibile all'argomento avendo uno zio giovane omosessuale. Questo atteggiamento divide gli opinionisti che criticano la sua ambiguità tra bene e male ed esaltano la genialità di certe riflessioni. Sembra addirittura che nei test del quoziente intellettivo egli abbia raggiunto risultati sbalorditivi (come Frank Lampard), addirittura corrispondenti ad una mente geniale. Risultati che vanno a cozzare con episodi che nulla hanno a che fare con la ragione e che nascondono problematiche per certi versi sociopatiche. Joey Barton è comunque destinato a far discutere e a dimostrazione di ciò citiamo un Tweet fatto dallo stesso giocatore a commento della morte di Gary Speed: "Il suicidio è un mix di tragedia, egoismo, un atto terribile (voglio credere prevedibile)". Dopo le critiche nei confronti di questo commento (giudicate insensibili verso Speed), il giocatore non ha voluto scusarsi affermando di essere triste per la famiglia. Alla prossima puntata di un giocatore che combatte contro se stesso. 


Nella foto con la sorella di Fashanu nel documentario BBC.

Nessun commento:

Posta un commento


Le scommesse sportive in Italia sono un fenomeno sempre più diffuso tra gli appassionati di sport


Punta sull'Udinese di Pawlowski su Bwin